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L'indice R0 e i posti in ospedale: cosa sono le 'soglie sentinella'

Nella fase due, saranno determinanti le indicazioni fornite dalle 'soglie sentinella': se crescono i contagi si ritorna in regime di lockdown

L'indice R0 e i posti in ospedale: cosa sono le 'soglie sentinella'

C'è un retroscena tortuoso nel piano messo a punto dal Comitato tecnico scientifico a supporto della Task force Colao, d'intesa col governo, per valutare l'andamento complessivo della fase 2. Il garbuglio riguarda le cosiddette 'soglie sentinella' - così come le ha definite il premier nel corso della conferenza stampa di domenica 26 aprile - determinate secondo i criteri dell' indice R0, la pressione negli ospedali e la distrubuzione delle mascherine. Se uno, e soltanto uno, di questi parametri dovesse far segnare un trend negativo, ci sarebbe il rischio di un nuovo lockdown.

Il monitoraggio nazionale

Chi pensava che la fase 2 avrebbere garantito un ritorno alla normalità, non aveva messo da conto alcune specifiche contenute nella delibera messa a verbale dal Cts nei giorni scorsi. Stando a quanto riferisce Il Messaggero, il documento redatto dai tecnici si articola su due fronti: uno nazionale e l'altro regionale. Nel primo si sottolinea che, se sono presenti i tre standard minimi, il Cts monitorerà cinque indicatori specifici: 1) stabilità di trasmissione; 2) servizi sanitari non sovraccarichi; 3) attività di readiness; 4) abilità di testare tempestivamente tutti i casi sospetti; 5) possibilità di garantire adeguate risorse per il tracciamento, isolamento e quarantena. Se dall'osservazione di questi parametri ne verrà un trend positivo, allora, si potrà pensare di mantenere lo status quo e avanzare verso la fase '2a'. Al contrario, se invece qualcuno dei cinque filtri superasse 'le soglie sentinella' si ritornerebbe alla fase 1. Ma non è tutto. Soltanto qualora si riuscisse a garantire un andamento costante nel tempo, si accederà alla cosiddetta 'fase 2b', preludio di quella 3, che è denominata 'ripristino' ed è preparatoria alla fase 4 (la fine della pandemia).

Il report delle Regioni

Il monitoraggio più capillare interesserà, però, le Regioni. Saranno i governi territoriali, infatti, a dover garantite un report dettagliato del trend epidemiologico. L'informativa sanitaria regionale dovrà contenere, nello specifico, il rapporto fra numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla terapia intensiva - TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo; il rapporto fra il numero dei casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in TI/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo e infine il rapporto fra numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

ll secondo e il quarto di questi valori dovranno far segnare "almeno il 60% con trend in miglioramento" in base alle rilevazioni della app relativa al tracciamento dei contagi. Se la verifica risultasse negativa (parametri in crescita) si ritornerebbe alla fase1, si andrà avanti per "valutare se la trasmissione di Covid-19 nella regione rimane stabile" con riferimento a: numero di casi riportati alla protezione civile negli ultimi 14 giorni (stabile o in diminizione); R0 calcolato sulla base della sorveglianza integrata con ISS (R0 calcolabile e inferiore di 1 in tutte le regioni in fase 2a); numero di casi riportati alla sorveglianza; numeri di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net per settimana (trend stabile o in diminuzione); numero di casi per data diagnosi/prelievo e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 per giorno (trend settimanale stabile o in diminuzione); numero di focolai di trasmissione (2 o più casi di contagio collegati tra loro o in aumento inaspettato nel numero di casi in un tempo e luogo definito) e numero di focolai di trasmissione attivi nella regione stabile o in diminuzione. Da ultimo, si dovrà registrare l' assenza di focolai di trasmissione sul territorio regionale o, nel caso contrario, valutare la possibilità di istituire una zona rossa sub-regionale.

Cosa accadrà in caso di R0 maggiore di 1

Se tutti i parametri di riferimento dovessero fornire indicazioni negative, invalidando di fatto le misure suggerite dai tecnici della Commissione scientifica, si procederà con la valutazione ad hoc del rischio

relativo all'aumento dei contagi negli ultimi 5 giorni (R0 maggiore di 1). A quel punto, si resterà nella fase 2 con rivalutazione settimanale e /o mensile dei criteri per decidere il dafarsi. Insomma, è tutto un grande rebus.

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