"Fateci uscire da questo posto". E incendiano il centro rimpatri di Torino

I migranti in attesa di espulsione a Torino hanno dato fuoco al Cpr. La denuncia del Siap: "Necessario incrementare l'Ufficio immigrazione e servizio vigilanza"

"Fateci uscire da questo posto". E incendiano il centro rimpatri di Torino

Un’altra rivolta. Gli immigrati del Centro per il rimpatrio di Torino, dopo gli eventi di questa estate, sono tornati a ribellarsi alla detenzione mandando a fuoco il centro che li ospita in attesa del rientro nei Paesi di provenienza. Le immagini mostrano il Cpr devastato, con oggetti a terra e le casette annerite dalle fiamme.

"L’ennesima rivolta odierna, con l’incendio coordinato di più moduli abitativi in quasi tutte le aree, ripropone il tema della carenza di personale dell’Ufficio Immigrazione e di quello adibito alla vigilanza del sito”, attacca Pietro Di Lorenzo, Segretario Generale Provinciale del Siap che parla di danni ingenti. All’interno del centro sono ospitati pregiudicati, per lo più per reati connessi al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. E tutti attendono che vengano completate le pratiche per l’espulsione. “Questo - continua Di Lorenzo - rende il Cpr di per sé una polveriera ma certo la carenza di personale non aiuta".

Attualmente il Cpr di Torino è l’unico attivo nel Nord Italia. Il ministro Salvini ha annunciato, ed è previsto nel decreto Immigrazione e Sicurezza, l’apertura di nuovi centri per l’espulsione dei migranti. I numeri in fondo chiedono una svolta. "Qui a Torino la capienza è ormai prossima a superare i 200 posti - spiega Di Lorenzo - impensabile fronteggiare le esigenze connesse con lo stesso personale dell’Ufficio Immigrazione e di vigilanza all’interno del sito fermo numericamente a quando la capienza era ad un quarto".

Come noto la coperta è corta. Se aumenti gli agenti nel Cpr poi sei costretto a toglierli dalla strada. E visto che adesso il ministero pare orientato ad aumentare il numero di poliziotti impegnati nelle città, finché non arriveranno le promesse 10mila nuove assunzioni non si può che operare con spostamenti da una parte all’altra.

"L’esigenza di concentrare lo sforzo sul controllo del territorio, che abbiamo condiviso - dice il sindacalista - lascia scoperti settori come l’Ufficio Immigrazione su cui, comunque, si scaricano gli esiti del massiccio contrasto quotidiano all’illegalità di strada. Sono aumentati infatti trattenimenti al Cpr ed espulsioni, a carico dell’Immigrazione, e speriamo che con gli imminenti arrivi di agenti dalle scuole si rinforzi quel settore ormai alle corde".

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