Tricolori che garrivano al vento, tanti fiori bianchi e fragorosi applausi hanno caratterizzato la manifestazione che si è svolta ieri sera per ricordare Duccio Dini, il ragazzo di 29 anni travolto domenica sul suo scooter durante un inseguimento tra auto guidate da residenti di un campo nomadi situato in periferia di Firenze.
Le condizioni del giovane sono apparse subito molto gravi tanto che, dopo ore di battaglia per tentare di strapparlo alla morte, è spirato all'ospedale di Careggi.
Questi momenti di pacifica solidarietà che hanno squarciato un’atmosfera carica di mestizia sono stati accompagnati, però, da episodi di tensione con spintoni e slogan piuttosto duri nei confronti dei rom.
Il corteo, organizzato da alcuni esponenti di Fratelli d'Italia, si è svolto nei pressi del luogo dove si è verificata la tragedia ed ha visto la partecipazione di oltre 300 persone che chiedevano lo smantellamento dell'area.
Ad un certo punto, una parte dei manifestanti si è diretta verso il campo rom del Poderaccio, dove risiedono i tre macedoni accusati di omicidio volontario, scandendo cori come “vendetta, vendetta" e "ruspe, ruspe" tentando, poi, di superare il cordone delle forze dell'ordine in assetto anti-sommossa.
Per cercare di calmare gli animi è arrivato anche Luigi Ciatti, il padre di Niccolò il 22enne fiorentino ucciso la scorsa estate in una discoteca di Lloret de Mar durante un violento pestaggio. "Sono qui con voi - ha detto l’uomo rivolto alla folla - perchè avete ragione: dobbiamo chiedere giustizia. Ma dobbiamo anche rispettare la legge e aspettare che la giustizia arrivi. Io la sto aspettando da dieci mesi per mio figlio, voi tutti lo sapete".
Come ultimo gesto d’amore i genitori di Duccio hanno deciso di dare l’ok per l’espianto degli organi del figlio.
Per motivi di sicurezza l'ingresso del campo nomadi resta presidiato.
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