Fiumicino va in fiamme e si blocca tutta Roma Oggi stop a un volo su due

L'incendio, innescato da un corto circuito, ha devastato il terminal 3. Cancellate le partenze fino a ieri pomeriggio, ma i disagi si protraggono

Roma«Calmi, buoni e calmi», ripete come una litania un addetto alla sicurezza mentre i passeggeri si accalcano per superare il check in. Ma di calma all'aeroporto di Fiumicino ieri ce n'era ben poca. Il rogo divampato intorno alla mezzanotte di mercoledì ha messo in ginocchio lo scalo romano e come un domino, il caos si è propagato a mezza città, a partire dalle strade di collegamento e poi alla stazione Termini. Il bilancio è da catastrofe: cancellati centinaia di voli, in tilt i collegamenti per l'intera mattinata di ieri, migliaia i viaggiatori bloccati, danni per milioni di euro all'area commerciale del Terminal 3 e l'annuncio da parte dell'Enac che lo scalo avrà capacità operativa ridotta del 50%, cioè che la metà dei voli sarà cancellata per oggi. Tre i dipendenti intossicati e salvati dai pompieri. «Ho visto il fuoco avvolgere la mia borsa e sono scappata» racconta una dipendente, A.P. di 25 anni, il teste chiave degli inquirenti. I feriti sono stati portati al pronto soccorso e poi dimessi. Esclusa la natura dolosa del disastro provocato, sembra, da un corto circuito. Esclusa l'ipotesi di attentato terroristico. Testimoni raccontano di aver visto il rogo partire dal quadro elettrico, attiguo ad alcuni frigoriferi, di un bar. Una scintilla che ha innescato un incendio enorme e che ha devastato un'area di mille metri quadri.

Un'istantanea quella dello scalo avvolto dal fumo denso, che ritrae drammaticamente la porta romana al Belpaese. «Sono scattate le procedure previste in caso di attentato terroristico», precisa la polizia impegnata a mettere in sicurezza lo scalo assieme ai vigili del fuoco. Addetti aeroportuali e i passeggeri sono stati evacuati e l'intera zona dichiarata off limits fino a mezzogiorno di ieri. I vigili del Fuoco hanno impiegato ore per spegnere le fiamme. Bloccate le vie di accesso per lo scalo: chiusa la rampa dall'autostrada Roma-Civitavecchia, quella dal Grande Raccordo Anulare per l'autostrada Roma-Fiumicino e la statale via della Scafa, sospesi i collegamenti ferroviari. Un incidente dai danni milionari ma che solo nei prossimi giorni saranno quantificabili. Secondo l'AdR, società che gestisce lo scalo, l'allarme sarebbe scattato dal Terminal 3. Il servizio Leonardo Express per Roma Termini è ripreso dalle ore 7 per permettere ai passeggeri di defluire. L'aeroporto ha ricominciato parzialmente a funzionare nel primo pomeriggio, ma ci vorranno, probabilmente, mesi per tornare alla normalità. Una paralisi, quella di ieri, che trova un solo precedente, nell'ottobre del 1999, quando il Leonardo da Vinci fu costretto a chiudere per una giornata intera. Motivo? «Rosso fisso» nei silos carburante per mancato rifornimento: una «austerity» involontaria nei serbatoi di kerosene che mandò in panne decine di jet.

Ma ora, dopo questo disastro, a preoccupare sono anche le quasi certe ricadute su decine di persone che al Leonardo da Vinci fino a ieri ci lavoravano. «Siamo a terra - racconta Andrea, dipendente aeroportuale a termine -, se non riaprono subito le attività saremo senza lavoro». Il dirigente della Polaria, Antonio del Greco, spiega che sono stati gli stessi dipendenti del punto di ristoro a far allontanare i clienti. Di certo le 18mila centraline che rilevano fumo sono scattate subito dopo la mezzanotte e i pompieri interni allo scalo sono arrivati in pochi minuti mettendo in sicurezza l'area del check-in.

«Bisogna capire se quello che è accaduto è solo un caso accidentale o sia un segnale di problemi da verificare - puntualizza il presidente dell'Enac, Vito Riggio -, bisogna capire quale materiale abbia fatto propagare così rapidamente le fiamme». La procura ha aperto un'inchiesta, anche per verificare gli standard di sicurezza del Leonardo da Vinci.

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