Cronache

Stalking e molestie sessuali nel centro di accoglienza: fermato un profugo del Mali

Gli episodi erano cominciati nell'autunno 2014 e si erano intensificati nonostante l'uomo fosse stato allontanato dal centro

Stalking e molestie sessuali nel centro di accoglienza: fermato un profugo del Mali

La voleva sua, oppure di nessun altro. Questa la minaccia di un cittadino del Mali, ospite del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone, nei confronti dell’insegnante di lingua italiana - una foggiana di 35 anni - in servizio presso il Cara.

L'uomo si era perdutamente innamorato della professoressa ed era incurante del fatto che la stessa fosse sposata e che non ricambiasse minimamente le sue attenzioni.

Le conseguenze, se lei non avesse cambiato atteggiamento, sarebbero state tragiche. Minacciava infatti che l’avrebbe uccisa e poi si sarebbe tolto la vita.

Le vessazioni erano verbali e telefoniche e gli approcci all’ordine del giorno. In una circostanza, spiegano i carabinieri, l’uomo ha anche baciato la donna, contro la sua volontà, dinanzi a tutta la classe del Cara, sollevando la reazione degli altri studenti in difesa della professoressa.

Secondo quanto ricostruito dai militari, questa situazione andava avanti dagli ultimi mesi del 2014, ovvero da quando l’uomo aveva avvicinato l’insegnante per motivi di studio, manifestando poi altre intenzioni.

Per i suoi atteggiamenti, veri e propri approcci sessuali, lo stesso era stato allontanato dalla struttura per alcuni mesi ma al suo ritorno nulla era cambiato.

Il 30enne ha ricominciato a perseguitare la donna, voleva costringerla ad intraprendere un rapporto sentimentale, e gli atti di molestia e violenza fisica e verbale continuavano ad aumentare, tanto da provocare nella vittima un continuo stato di paura per la propria incolumità.

L’uomo è stato fermato e arrestato dai carabinieri proprio mentre in flagranza di reato – introdottosi abusivamente nella struttura – cercava di aggredire fisicamente, e per l’ennesima volta, l'insegnante.

L'accusa è di atti persecutori.

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