Forlì, detenuto nigeriano tenta di strangolare un agente

Il pronto intervento degli altri poliziotti in servizio nel carcere della Rocca ha evitato il peggio. "Agenti costretti a misurarsi a mani nude con detenuti pericolosi, serve il taser": denuncia la Lega Romagna

Forlì, detenuto nigeriano tenta di strangolare un agente

Nuovo grave episodio di violenza ai danni di un agente di polizia penitenziaria, aggredito durante il proprio turno di servizio nel carcere della rocca di Ravaldino a Forlì da un detenuto extracomunitario.

Secondo quanto riferito dalla stampa locale, che si è occupata di diffondere la notizia così come il comunicato del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) relativo alla vicenda, i fatti si sono svolti nel corso della mattinata di giovedì 2 gennaio.

A rendersi protagonista del violento attacco ai danni del poliziotto è stato un detenuto di nazionalità nigeriana, il quale, al momento dell'aggressione, si trovava al di fuori della propria cella.

L'africano si sarebbe scagliato contro l'uomo in divisa, al quale avrebbe poi stretto le mani al collo nel tentativo di strangolarlo. Solo grazie al tempestivo intervento in suo soccorso da parte di altri colleghi in servizio si è potuto scongiurare il peggio e bloccare il facinoroso, poi ricondotto dietro le sbarre.

Un caso che ha scosso ancora una volta il Sappe, intervenuto sulla vicenda con un comunicato congiunto del segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante e del segretario nazionale Francesco Campobasso."L'agente è stato aggredito da un detenuto di origine nigeriana", rivela la nota del sindacato, come riportato da "Il Resto del Carlino". "Il quale, trovandosi in regime di libertà all’interno della sezione detentiva, secondo quanto ci è stato riferito, avrebbe tentato dì strangolarlo. L’agente è stato tratto in salvo dall’immediato intervento dei colleghi", raccontano ancora i due rappresentanti, che cercano di portare l'attenzione sulle gravi problematiche di chi si trova quotidianamente a fronteggiare situazioni di tale pericolosità.

"Sono sempre più frequenti le aggressioni nei confronti della polizia penitenziaria che deve sopperire alle carenze di personale, di un’adeguata assistenza sanitaria, in particolare per i detenuti che sono affetti da disturbi psichiatrici", denuncia il Sappe. "Ma soprattutto è costretta a operare in scarse condizioni di sicurezza, dal momento che un solo agente deve controllare da 50 a 100 detenuti all’interno delle sezioni detentive, dove gli stessi restano liberi dalla mattina alla sera, senza alcuna occupazione quotidiana", concludono Campobasso e Durante.

Torna alla ribalta ancora una volta il troppo a lungo ignorato problema della inadeguatezza degli strumenti a disposizione degli agenti di polizia penitenziaria. A riportarlo all'attenzione è Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna."Bisogna tenere alta l'attenzione perchè la polizia penitenziaria svolge un ruolo fondamentale e difficile", esordisce Morrone, come riportato da "Forlì Today".

"Bisogna tutelare maggiormente gli agenti dotandoli di strumenti di difesa idonei come il taser. Oggi si trovano praticamente a mani nude contro detenuti che possono essere pericolosi come quelli con problemi psichiatrici", denuncia ancora.

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