Era il 2007 quando la giunta della Regione Lazio - gestione Marrazzo - firmava tagli al settore sanitario per coprire un buco in bilancio di 3,7 miliardi di euro. Partiva così un piano per la riorganizzazione ospedaliera che prevedeva, tra le altre cose, la chiusura dell'Ospedale Forlanini.
Il Corriere della Sera, con una video inchiesta, ha fatto luce sulla situazione di quello che era uno dei più importanti centri ospedalieri di Roma, per il quale erano state raccolte oltre 50mila firme per chiedere - senza successo - la riconversione in struttura sociosanitaria.
Dei 680mila metri cubi del nosocomio intitolato al "più illustre dei seguaci italiani del professor Robert Koch", premio Nobel per la Medicina (1905) che isolò il bacillo della tubercolosi, oggi vengono usate solo tre aule da 130 posti e due sale studio impiegate per il corso di laurea in Infermieristica (e poco altro ancora).
Per il resto, si tratta di un ospedale fantasma, in cui si può accedere senza controlli, in ogni stanza, in ogni reparto, in ogni sala operatoria, trovando sporcizia, cartelle cliniche, documenti, libri, scatoloni, materiale audio-video, apprecchiature tecnologiche, tutto abbandonato lì a prender polvere.
Quello che lascia sconcertati è anche il gran quantitativo di medicinali e farmaci, oltre al materiale sanitario, lasciati scadere in questi anni e ormai inutilizzabili. Camminando tra i corridoi, si trovano escrementi, carcasse di animali e personaggi poco raccomandabili, che usano i locali della struttura anche come dormitorio.
La situazione non migliora all'esterno dell'ospedale. Tutti gli edifici sono immersi in un parco di 280mila metri quadri.
Quando fu progettato l’ospedale, infatti, il primo rimedio per la tubercolosi era un ambiente ben ventilato. Oggi è un groviglio di sterpaglie. I fondi stanziati (400mila euro) tre mesi fa dalla Regione sono serviti a ripulirne appena 150 mq, con risultati del tutto discutibili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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