Vivevano da tempo in stato di paura per i maltrattamenti ripetuti che subivano ma poi è arrivata la forza di denunciare tutto. È la storia di una mamma con la figlia che da troppo tempo, per timore, hanno taciuto sulle violenze ricevute dall’ex compagno della donna finché la situazione non è poi precipitata completamente. Era il 26 novembre scorso quando, di notte, le due sono giunte al pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi di Catania a chiedere l’aiuto del personale medico. Alla figlia sono state riscontrate delle lesioni e una frattura scomposta alla mano destra. Alla madre invece, delle ferite in diverse parti del corpo. Alla richiesta dei sanitari su cosa fosse accaduto per essere ridotte in queste condizioni la risposta data attribuiva tutto ad un fatto accidentale.
La sera successiva, mamma e figlia si sono recate nell’ufficio del commissariato centrale per sporgere denuncia e raccontare che le lesioni riportate non erano altro che il frutto di un’aggressione subita ad opera dell’ex compagno della donna che, in quella circostanza, si era avvalso anche dell’aiuto del figlio. Le donne hanno raccontato che era stato lo stesso aggressore ad accompagnarle in ospedale per le cure del caso e che non avevano avuto il coraggio di raccontare la verità ai medici perché erano intimorite dalla sua presenza. Temevano di subire altri atti di violenza uscendo dall’ospedale. I due uomini erano volti già noti in commissariato per precedenti di polizia.
Dunque, una volta raccolti tutti gli elementi informativi e le prove testimoniali con tanto di riscontro, i poliziotti hanno proceduto a denunciare padre e figlio alla procura. Per il primo è stata richiesta l’adozione di una idonea misura cautelare vista la gravità dei fatti rilevati. Non era la prima volta che l’uomo venisse sottoposto a provvedimenti restrittivi: in passato, sempre per aver fatti simili, la donna aveva chiesto aiuto in commissariato. Nei giorni successivi, le due donne sono state minacciate da un terzo soggetto affinché ritirassero la denuncia. Il loro stato di angoscia cresceva sempre di più e la paura che potesse accadere ancora qualcosa di brutto poteva divenire realtà.
Ebbene, sulla base degli elementi acquisiti, validi ai fini della prova, la procura ha richiesto al giudice per le indagini preliminari la custodia cautelare in carcere per il padre e il divieto di avvicinamento alle persone offese per il figlio. Nei confronti di quest’ultimo, la misura è stata subito applicata. La stessa cosa non si può dire per il padre che si era dato alla fuga.
Ieri pomeriggio l’uomo è stato rintracciato dentro un’abitazione dove i poliziotti hanno fatto un
blitz. Alla vista degli agenti il fuggitivo si è buttato giù dalla finestra dandosela a gambe levate nonostante i colpi presi durante la caduta. È stato comunque raggiunto immediatamente dopo e arrestato.
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