Cronache

"Gesù era un perseguitato e non un migrante in cerca di diritti"

Gesù era un cristiano perseguitato associabile alla figura di Asia Bibi e non a quella dei migranti in cerca di diritti. Il pensiero di don Alfredo Morselli su questa e altre tematiche

"Gesù era un perseguitato e non un migrante in cerca di diritti"

La vicenda storica di Gesù viene spesso accostata a quella dei migranti, ma non tutti ritengono che quest'associazione sia possibile. Il tema in questione, le rappresentazioni presepiali e le questioni politiche sono al centro dell' intervista a don Alfredo Morselli che, come suo solito, non ha timore di rivelare quello che pensa, rischiando di finire nel novero degli ecclesiastici politicamente scorretti.

Don Alfredo, ci avviciniamo al Natale. Quindi ritorna la questione su "Gesù migrante". Cristo lo era?

"Cristo era un perseguitato, più simile ad Asia Bibi oppure ai cattolici traditi e svenduti al governo cinese, piuttosto che ai migranti a cui si vorrebbero concedere tutti i diritti...".

Cosa pensa della presenza delle barche dei migranti nei cosiddetti "presepi buonisti"?

"Per il credo anticristico, la religione non riguarda più Gesù in sè, così com'è, il Dio Bambino. Dato che i Vangeli dell'infanzia sono ormai ritenuti un mito e che non possiamo conoscere il Gesù storico, anzi, si pensa che ciò farebbe male alla fede, non rimane che il "Gesù secondo me", dove ognuno si sbizzarrisce. C'erano tanti poveri ai tempi di San Francesco, tanti lebbrosi ed emarginati, ma il Santo, nel suo presepe, ha messo Gesù al centro. 'Dai campi del ciel discese l'amor' per infiammare i cuori di una carità verso tutti. Non solo nei confronti di una categoria".

Sembra che una parte di Chiesa cattolica si stia organizzando per dare vita a un partito politico che si opponga alle istanze dei populisti. La ritiene una mossa sensata?

"È una mossa che assocerei alla sharia piuttosto che alle indicazioni della dottrina. La dottrina sociale comprende i 'principi di riflessione, i criteri di giudizio e le direttive di azione', ma non le risoluzioni pratiche e prudenti, che sono particolari, contingenti, la cui attuazione è compito dei laici. Questo dato presuppone quella che il cardinale Caffarra chiamava "fede pensata", contrapponendola alla "fede esclamata", cioè a una fede che si appoggia sul sentimento e che non ne vuole sapere di diritto naturale. Non volendo e non potendo, viste le scelte di fondo, distinguere e subordinare la politica alla fede pensata, abbiamo la falsa 'fede esclamata', che può generare il partito islamico dei vescovi, in cui lo sdoganamento dell'immigrazionismo senza limiti è tratto dalla fede esclamata come la sharia dal Corano".

Accogliere tutti è un diritto assoluto non derogabile?

"Posto il principio di solidarietà, rimane compito della legittima Autorità legiferare sul modo concreto di realizzare detto principio. La legge regolata dalla prudenza considera e armonizza tanti fattori, con circospezione, memoria e sagacia, alla ricerca del 'giusto mezzo'. È il vero discernimento, di cui tanto si parla oggi, che è invece fuori luogo per altre questioni di morale, come per per giustificare il peccato. Lo stesso discernimento che viene bandito come la peste quando si parla di migranti".

Si è da poco concluso il Sinodo dei vescovi sui giovani. Il prossimo si terrà in Amazzonia, dove dovrebbe essere affrontata la questione dei "viri probati". Cosa ne pensa?

"Penso che hanno fatto santi Paolo VI e Giovanni Paolo II, salvo poi gettare in fondo alla loro tomba i meravigliosi documenti che portano la loro firma sul celibato sacerdotale. Ma che cosa potranno mai dire i prelati delle lobby gay sul celibato?".

La Chiesa oggi vive una "crisi di credibilità". Se sì, perché?

"Solo Gesù può attrarre, solo Gesù poteva attrarre San Paolo tanto da fargli dire: 'Sono stato afferrato da Cristo; è il fascino di Gesù che afferra la Croce e si pone vessillo di tutti i buoni cristiani che sono i con-crocifissi con lui.
Una Chiesa che svende la Croce e non mette Gesù al primo posto, l'unico che merita, non attrae nessuno".

Cosa ne pensa dello scontro tra un pezzo della Chiesa cattolica e il ministro Salvini?

"Questo pezzo di Chiesa non sopporta la dottrina sociale; Matteo Salvini, senza procedere con beatificazioni di sorta, è quello che, in questo momento, si avvicina di più a questa. Un assunto che per alcuni rappresenta un rimorso, che li rode dentro. Le reazioni, del resto, sono emotive e senza uno straccio di argomento ".

Cosa si sente di dire, in vista della Natività, ai tanti cristiani perseguitati costretti a subire violenze nel mondo?

"Direi che come non c'era posto per Gesù nell'albergo, non c'è posto per Asia Bibi in Vaticano".

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