Giallo del lago di Bracciano. Dopo un anno ancora mistero sulla morte di Federica

La notte di Halloween 2012, la 16enne venne ritrovata senza vita sulla spiaggia di Anguillara. I segreti e i lati oscuri dell'inchiesta restano ancora tali

Giallo del lago di Bracciano. Dopo un anno ancora mistero sulla morte di Federica

Giallo del lago. Venne ritrovata sulla riva del lago di Bracciano, ad Anguillara, la notte di Halloween. Un anno dopo i segreti e, soprattutto, i lati oscuri dell’inchiesta sulla morte di Federica Mangiapelo, 16 anni, restano tali. Tanto per cominciare: il telefono cellulare e la borsa marrone mai ritrovati. Chi li ha sottratti? Quanto basta, comunque per ribadire che la ragazzina non è morta in solitudine.

“All’alba di quella notte maledetta viene scoperto il corpo senza vita di nostra figlia - ricorda a il Giornale il padre di Federica, Luigi Mangiapelo -. Noi sappiamo solo che era uscita dopo cena, verso le 22,30, con il suo ragazzo e che lui non l’ha riportata a casa. Sarebbe dovuta andare con altri amici per festeggiare la serata ma non è più tornata. Alla luce di quanto accaduto mi chiedo: come si può lasciare una figlia con un ragazzo simile?”.

Marco Di Muro, 23 anni, unica persona iscritta sul registro degli indagati, incensurato, da poche settimane, del resto, è stato rinviato a giudizio per il reato di omissione di soccorso. Nonostante ciò i genitori della sedicenne non si danno pace. Papà Luigi, commerciante di abbigliamento, continua a chiedersi come sia possibile che gli inquirenti abbiano, almeno in parte, creduto alla versione resa da Marco.

Numerose, difatti, le contraddizioni. A cominciare dal luogo in cui il giovane avrebbe lasciato Federica al termine di un acceso litigio. Il motivo? Gelosia. “Lui sostiene - dice il padre Luigi - di averla mollata davanti alla Banca della Marche di via Anguillarese, a pochi metri dalla piazza del mercato del lunedì. Insomma, più vicino a casa della madre che alla mia. Una zona distante ben sei chilometri e mezzo dalla spiaggia di Vigna di Valle dove viene poi trovato il cadavere. Ammesso che qualcuno l’abbia portata successivamente in quel posto isolato dove sarebbe morta, perché Marco avrebbe abbandonato Fede lontano dalla mia abitazione? Con mia moglie Rossella sono separato da tempo e in quei giorni Federica era venuta a vivere a casa mia, nel centro storico di Anguillara, e da qui era uscita. Sarebbe stato logico, nonché corretto visto che parliamo di una minorenne, lasciarla davanti l’abitazione dove era passato a prenderla e dove sarebbe dovuta rientrare, non verso casa della mamma, dalla parte opposta del paese. Vigna di Valle, poi, si trova ben oltre la periferia della cittadina stessa, verso Bracciano. Vorrei ricordare che più di sei chilometri, al buio, sotto una pioggia battente e al freddo sono difficili da percorrere per una persona adulta. Figuriamoci per una ragazzina”.

Secondo il racconto a dir poco farraginoso del 23enne, tornato subito sui propri passi in seguito a un ripensamento Federica era già scomparsa. Svanita nel nulla, per ricomparire, morta da diverse ore, alle prime luci del giorno, sulla battigia, dopo il temporale della notte. Cosa ci sarebbe andata a fare Federica in un posto dimenticato dal mondo, senza un solo locale aperto (eccezione per un ristorante in cui fino alla mezzanotte era stata organizzata una festa privata)?

Federica, stando a tutti gli esami autoptici e di laboratorio eseguiti in mesi di indagini, sarebbe morta per una miocardite seguita da un malore. Non avrebbe assunto alcuna sostanza. Viene esclusa, inoltre, la violenza e l’annegamento. “Deceduta per una malattia congenita - continua il padre - che non sapevamo avesse. Federica, fino alla sua morte, era sana come un pesce e non è vero che soffriva di altre patologie come, invece, è stato insinuato”. Di Muro, che siederà sul banco degli imputati il prossimo febbraio, per il pm della Procura di Civitavecchia, Margherita Pinto, non avrebbe allertato i soccorsi lasciando la fidanzata sola sulla spiaggia. Probabilmente già morta.

Non solo. Di Muro non avrebbe risposto alle telefonate che gli stava facendo il padre di Federica, a dir poco preoccupato per il mancato rientro. Un telefono cellulare, quello chiamante, che Marco ben conosceva visto che spesso Federica lo chiamava proprio da questo numero. Il ragazzo dormiva o sapeva con certezza che non poteva essere Federica? Quesiti che solo il dibattimento potrà chiarire. Dal canto suo il difensore di Di Muro, l’avvocato Massimiliano Sciortino, ribadisce con fermezza la completa estraneità del suo assistito ai fatti.

“Cosa ci ha fatto ancora più male? Non aver avuto alcun contatto con Marco. Tranne un paio di comunicazioni formali avute tramite avvocati, il fidanzato di nostra figlia non si è mai fatto vedere o sentire” chiosa Luigi Mangiapelo. “Il fratellino di Federica, Stefano, è sereno - conclude -. Spesso, però, quando pensa alla sorella diventa cupo e dice che non è più accanto a lui.

Viveva all’ombra di Federica e non sarà facile superare questa perdita”. Domani, primo novembre, verrà celebrata una Messa per ricordare la ragazza bionda del lago. Appuntamento nella sua parrocchia, Regina Pacis, ad Anguillara, alle ore 18.

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