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Giochi di guerra. Biden boicotta Pechino 2022

In un mondo dove sembra facile cambiare gli altri, mentre è così difficile farlo con se stessi, non stupisce che i Giochi Olimpici, nati per la pace, diventino armi

Giochi di guerra. Biden boicotta Pechino 2022

In un mondo dove sembra facile cambiare gli altri, mentre è così difficile farlo con se stessi, non stupisce che i Giochi Olimpici, nati per la pace, diventino armi. Il boicottaggio minacciato dagli Stati Uniti alle prossime Olimpiadi invernali affidate per il 2022 a Pechino, alla Cina, che già aveva ospitato i Giochi estivi del 2008, ci ricordano altre vigilie tormentate con i campioni dello sport mandati al fronte della protesta. Eravamo a Montreal quando gli atleti africani non accettarono di partecipare a Giochi sportivi dove c'erano anche nazioni dove la segregazione razziale era legge dello Stato. La loro vittoria arrivò molto dopo quando Mandela fu ospite del Cio a Barcellona prima di essere eletto presidente del Sudafrica. Ci siamo preparati a Mosca ricordando i velocisti statunitensi sul podio di Messico '68 che protestavano contro il razzismo di casa alzando un pugno guantato al momento dell'inno, trattati malissimo dai compagni al villaggio e poi squalificati dallo stesso Brundage che a Berlino nel 1936 ci era voluto andare proprio per dimostrare che nello sport non esistevano differenze di razza o religione, anche se poi Owens fu trattato male dai nazisti, ma anche a casa sua. I Giochi come ostaggio, ricordiamoci la strage del 1972 a Monaco, le Olimpiadi dissacrate, il boicottaggio, ma quel sacrificio non fece fare un passo indietro ai dittatori, agli invasori sovietici dell'Afghanistan, così come non cambiarono davvero le cose quando il blocco dell'Est decise la vendetta rinunciando a Los Angeles '84. Certo la dignità degli uomini, la pace, la salute, vengono prima dei Giochi sportivi, anche se poi vediamo che per dare alle televisioni e agli sponsor lo spettacolo per cui hanno pagato, si finge di non vedere, di non sentire le urla di chi soffre, non importa dove. Prima di Mosca, come del resto prima della finale di coppa Davis in Cile, Italia divisa, atleti militari che vedevano svanire il sogno, tanti che non sapevano davvero come vivere esperienze dimezzate.

Quanti vincitori dell'oro a Mosca e Los Angeles si sono sentiti campioni dimezzati? Voi direte che la difesa dell'anima merita il sacrificio, anche se, molte volte, chi vede una differenza fra corpo e anima sembra sprovvisto di entrambe.

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