Meloni e i leader Ue vedono Donald: d'accordo sull'Iran ma dubbi su Putin

La premier fa quadrato con Macron, Merz e Starmer. Mossa per una tregua a Gaza

Meloni e i leader Ue vedono Donald: d'accordo sull'Iran ma dubbi su Putin
00:00 00:00

Che sarebbe stato un G7 straordinario lo si era capito da giorni. E da prima che Benjamin Netanyahu desse il via all'operazione «Rising Lion», spostando i riflettori del mondo su un conflitto - quello tra Israele e Iran - che può cambiare equilibri e destini del Medio Oriente e non solo. Quando ancora l'attacco era solo un'ipotesi, infatti, gli sherpa dei Sette grandi riuniti ai tavoli della diplomazia per definire l'agenda del summit che si è aperto ieri in Canada hanno subito avuto chiaro che sarebbe stato un G7 Stati Uniti contro tutti. Una sorta di G6+1. E così sta andando.

È su questa falsa riga, infatti, che si è mosso un Donald Trump che è piombato come una valanga sulle Rocky Mountains dell'Alberta, dove in queste ore si tiene il vertice. Dopo aver lanciato la surreale proposta di investire Vladimir Putin del ruolo di mediatore tra Tel Aviv e Teheran, il presidente americano ha sostanzialmente auspicato un ritorno al G8, con un reingresso della Russia nel forum dei grandi. E, infine, ha fatto sapere che gli Stati Uniti non firmeranno la dichiarazione congiunta messa a punto dagli europei che chiede una de-escalation del conflitto tra Israele e Iran.

È uno schiaffo che si fa sentire, perché Trump rimbalza completamente la linea che avevano provato a tracciare i leader europei. Ieri, infatti, prima dell'inizio del summit di Kananaskis, si sono incontrati la premier Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e i presidenti della Commissione e del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen e Antonio Costa. Una riunione che aveva l'obiettivo di stabilire una linea comune, proprio per presentarsi con più forza nel difficile confronto con Trump. Un buco nell'acqua. Nonostante l'incontro di domenica notte al bar del resort che ospita il G7 di Kananaskis. Meloni, Macron, Merz e il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer avevano infatti provato a fare il punto e immaginare una comune linea europea per gestire gli «sbalzi» di Trump. Si è concordato di provare a insistere sulla de-escalation in Medio Oriente. Ma il presidente americano non è su questa linea. Trump si è fermato a parlare alcuni minuti con Macron, Starmer e Meloni. E il messaggio è stato inequivocabile. Israele non si fermerà, non a breve. Insomma, il presidente americano è con Tel Aviv senza esitazioni. E per il momento la de-escaltion non è un opzione. Posizione che di fatto condividono i suoi interlocutori europei. E cioè che l'Iran non può e non deve avere la disponibilità dell'atomica.

Meloni ha esattamente queste preoccupazioni. Ma evita di entrare pubblicamente nel merito della questione, perché va preservato il rapporto con l'inquilino della Casa Bianca. Palazzo Chigi guarda ad altri dossier e fa filtrare che la premier, che ieri ha guidato la sessione dedicata a «Comunità sicure», sta lavorando per proporre un'iniziativa comune per un cessate il fuoco a Gaza. Una proposta, secondo fonti italiane, su cui «sta riscontrando aperture da parte dei partner».

«Costruire pace, stabilità e crescita. Per un Occidente più forte», dice Meloni sui social pubblicando le immagini della sua partecipazione al G7.

Nel suo intervento alla sessione «Economia globale», la premier ha infatti ribadito la necessità di «una maggiore cooperazione economica tra le nazioni del G7» e ha auspicato una «riforma del Wto» perché «la globalizzazione non ha funzionato». «L'aumento delle spese di difesa tra alleati e i dazi - ha infine detto - sono due facce della stessa medaglia e così vanno affrontati».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica