Il centrodestra difende gli agenti indagati dai pm. E ritorna l'ipotesi dello scudo per chi spara

Molteni: "In arrivo nuove norme". Md: allarme eversione sugli 007

Il centrodestra difende gli agenti indagati dai pm. E ritorna l'ipotesi dello scudo per chi spara
00:00 00:00

«Non si può finire alla sbarra per aver fatto il proprio dovere». Il grido di dolore delle forze dell'ordine scuote la politica dopo gli avvisi di garanzia per omicidio colposo notificati ai due poliziotti indagati dalla procura di Taranto per la morte del 59enne Michele Mastropietro, ritenuto il killer del brigadiere capo Carlo Legrottaglie a Francavilla Fontana nel suo ultimo giorno di lavoro. Un automatismo che i sindacati di polizia chiedono di abolire. Giovedì davanti al commissariato di Grottaglie ci sarà un sit-in di solidarietà agli agenti indagati per «omicidio colposo a seguito di eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi» promosso dal Sap e sostenuto pure dalla Silp Cgil: «Nessuno punta il dito contro la magistratura ma prima dell'avviso di garanzia automatico servono gli accertamenti di garanzia a tutela degli agenti, a cui il Paese deve essere grato, soprattutto quando sussistono l'uso legittimo delle armi, la legittima difesa e l'adempimento del dovere», tuona il segretario provinciale Sap Lecce Francesco Spedicato. «Le indagini si concludano entro pochissimi giorni, spero che il pubblico ministero avanzi quanto prima richiesta di archiviazione nei confronti dei due indagati e che la stessa venga accolta dal gip in tempi rapidi», ragiona il deputato Fdi Dario Iaia.

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi assicura «solidarietà e vicinanza» agli agenti e definisce la morte del carabiniere e l'indagine sui poliziotti indicative «delle difficoltà nel controllo del territorio e nelle garanzie di sicurezza». Indicazione condivisa anche dal ministro delle Infrastrutture: «Il fatto che due poliziotti siano indagati per aver ucciso il killer - sottolinea Matteo Salvini in un'intervista su Rtl - lo vedo come un disincentivo al lavoro a chi rischia anche oggi per salvare altre vite». È il sottosegretario leghista all'Interno Nicola Molteni (nella foto) a Libero a rievocare «un nuovo decreto Sicurezza con norme rafforzate» che comprendano anche norme per evitare «la criminalizzazione di chi indossa una divisa». Per gli agenti coinvolti nella sparatoria scatta sia la tutela legale (10mila euro per le spese legali di ogni grado di giudizio) e la tutela processuale che garantisce la loro piena operatività. Serve un passaggio in più che non può essere né lo «scudo penale» cancellato in corso d'opera dal decreto Sicurezza «né la licenza di uccidere», assicura Molteni.

In un Paese dove storicamente l'avviso di garanzia suona come una condanna anticipata l'Anm locale difende i pm pugliesi e mostra la sua coda di paglia parlando di «inaccettabili valutazioni sull'operato dei magistrati di Taranto», sostenendo che l'avviso di garanzia serva soprattutto a «tutelare gli interessi del personale coinvolto, suo malgrado, nel conflitto a fuoco».

Dure critiche alla norma del governo arrivano invece da Questione giustizia, la rivista online di Magistratura democratica diretta da Nello Rossi. Secondo il padre nobile della corrente più ideologica delle toghe, c'è una possibile «illegittimità costituzionale» per le eccessive a suo dire dilatazioni delle «garanzie funzionali degli agenti segreti» e la loro presunta «facoltà di commettere reati per esigenze di servizio con la previa autorizzazione del presidente del Consiglio o dell'Autorità delegata».

Secondo l'ex magistrato di Md a riposo, infatti, il rischio è che «la norma scritta con una tecnica dissimulatoria» consentirebbe «un'irragionevole ampiezza di attività criminose francamente impressionante», ben oltre l'infiltrazione in gruppi terroristici, che rischierebbe di compromettere persino «la lealtà istituzionale» dei nostri 007, con «torsioni e deviazioni» già viste in passato.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica