Cronache

Giornata mondiale dell'acqua: un italiano su tre non si fida di quella del rubinetto

Il 29,9% delle famiglie non si fida dell'acqua che esce dal rubinetto. Per l'acqua minerale si spendono 10 euro al mese, altri 13 per l'acqua di uso domestico. Il ministro dell'Ambiente Galletti: "L'acqua è pubblica ma la gestione è un'altra cosa"

Giornata mondiale dell'acqua: un italiano su tre non si fida di quella del rubinetto

Un italiano su tre non si fida dell'acqua del rubinetto. Il dato viene reso noto dall'Istat in occasione della Giornata mondiale dell'acqua. La sfiducia verso l'acqua del rubinetto riguarda, per la precisione, il 29,9% delle famiglie italiane. Interessante rilevare le differenze a livello regionale: la sfiducia raggiunge il 63% in Sardegna, il 57% in Sicilia, il 46,5% in Calabria e il 35,1% in Molise. Al Centro la percentuale più alta di sfiducia si registra in Toscana (38,9%); risulta trascurabile, invece, nelle province autonome di Bolzano (2,7%), Trento (3,7%) e in Valle d’Aosta (7,4%).

Ma quanto spendono le famiglie per l'acquisto di acqua minerale? Circa 10 euro al mese, mentre per la fornitura di acqua di uso domestico la spesa è di 13 euro. Tenuto conto dei dati provenienti dai comuni capoluogo di provincia, il consumo giornaliero di acqua potabile da parte di ogni persona è pari a 245 litri. Purtroppo il 9,4% delle famiglie lamenta ancora oggi un'erogazione irregolare. Una percentuale in diminuzione rispetto al 2002 (14,7%), ma che assume valori ancora troppo alti in Calabria (37,5%), Sicilia (29,3%) e Abruzzo (17,9%).

"L'acqua è pubblica ma la gestione è una cosa diversa e può essere privata o pubblica si scelga la migliore e non è detto che il privato sia meglio del pubblico". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, a margine della conferenza "Acque d'Italia", organizzata da ItaliaSicura. Il ministro ha risposto così alla tesi sostenuta dal M5S secondo cui sarebbe più conveniente ripubblicizzare l'acqua. Su questo, commenta il ministro, "vedo una grande confusione". Proprio per ribadie il concetto che l'acqua è pubblica "abbiamo appena fatto due decreti. Uno per assicurare un minimo gratuito a tutti, almeno 50 litri alle fasce più deboli, e un altro sulla morosità".

Un grave problema che investe il nostro Paese è la cattiva depurazione. In Italia ci costa 62,69 milioni di euro di multa Ue e 374mila euro al giorno per ogni ulteriore giorno di ritardo. Lo segnala Legambiente. "In Italia - spiega l’associazione - il 25% della popolazione non è servita da un adeguato servizio di depurazione, sono 104 gli agglomerati urbani coinvolti da provvedimenti di condanna della Corte di Giustizia europea (2012), 14 le regioni interessate. Il 63% delle infrazioni relative alla condanna del 2012 riguarda la Sicilia. Poco rassicuranti anche le analisi sulle acque, nel 2016 su 265 campioni di acqua analizzati da Goletta Verde di Legambiente, il 52% è risultato con cariche batteriche, elevate specialmente in prossimità di foci, fossi e canali, per mancanza di depurazione e scarichi illegali".

Anche Papa Francesco si è soffermato sull'importanza dell'acqua. Parlando all'udienza generale ha sottolineato l'importanza di "sensibilizzare alla necessità di tutelare l'acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi. Rivolgo - ha detto il Santo Padre - il mio cordiale saluto ai partecipanti al Convegno sul tema 'Watershed: Replenishing Water Values for a Thirsty World', promosso dal Pontificio consiglio per la cultura e dal Capitolo argentino del Club di Roma. Proprio oggi si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua, istituita 25 anni fa dalle Nazioni Unite, mentre ieri ricorreva la Giornata Internazionale delle Foreste. Mi rallegro di questo incontro, che segna una nuova tappa nell'impegno congiunto di varie istituzioni. Incoraggio in particolare - ha poi concluso rivolto ai partecipanti al Convegno che si tiene in Vaticano - il vostro sforzo nel campo educativo, con proposte rivolte ai bambini e ai giovani".

Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, sottolinea che"l'acqua è un bene vitale e l'odierna giornata mondiale richiama ognuno di noi a essere più responsabili nella nostra vita quotidiana, con piccoli gesti per evitare sprechi immensi. Oltre a questo, però, c'è un bisogno urgente di azioni per salvare la vita a milioni di persone: le organizzazioni umanitarie, i governi, i partner devono unire tutti gli sforzi possibili per un intervento coeso e immediato nell'Africa orientale e centrale e in Yemen. All'inizio del mese - continua Rocca - le Nazioni Unite hanno fatto sapere che la carestia ha colpito oltre 20 milioni di persone tra Somalia, Yemen, Sud Sudan e Nord-Est Nigeria. A questo si vanno ad aggiungere 2,7 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria in Kenya, con un aumento del 46% in appena 6 mesi. Per non parlare delle cifre fornite dalle autorità dell'Etiopia che parlando di 5,6 milioni che avranno bisogno di cibo e 9,2 di acqua potabile".

Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia (la Federazione che riunisce 500 imprese di servizi pubblici), annuncia la partecipazione “fisica e morale” alla Giornata mondiale dell’acqua, promossa dalle Nazioni Unite, che per il 2017 avrà come tema le acque di scarico (Waste Water). La Federazione infatti è tra i promotori della Conferenza Nnzionale sulle acque che la Presidenza del consiglio dei ministri, tramite la struttura di missione “ItaliaSicura”, ha organizzato per oggi a Roma.

Utilitalia ricorda (dati Blue Book 2017) che il gap infrastrutturale del settore idrico rispetto al contesto europeo vede:. Acquedotti vecchi: il 60% delle infrastrutture è stato messo in posa oltre 30 anni fa e il 25% di queste supera i 50 anni. Depurazione assente per l’11% dei cittadini, che significa danni per l’ambiente, per i fiumi e per i laghi e sanzioni europee comminate all’Italia. Due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea (la C565-10 e la C85-13) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059). Seppure con gravità diverse e sanzioni differenziate, sono colpiti 931 agglomerati urbani, concentrati nel Mezzogiorno e nelle isole.

"Per le nostre aziende, che gestiscono l’acqua, l’energia e i rifiuti - spiega Valotti - pensare in modo integrato è normale. L’acqua e i rifiuti, quindi gli acquedotti e la depurazione, le sorgenti e gli scarichi, vengono pensati in modo da essere utili gli uni agli altri. Il viaggio dell’acqua continua anche dopo i nostri rubinetti e non è un caso se le maggiori novità scientifiche, tecniche e tecnologiche degli ultimi anni riguardano i processi di depurazione e gli usi dei prodotti di depurazione. Con quello che nelle generazioni precedenti veniva buttato nei fiumi oggi si producono prodotti per l’agricoltura, plastiche e anche combustibile per le auto. Anche se è ormai arrivato il tempo di investimenti di manutenzione, almeno per l’acqua potabile e la costruzione degli acquedotti c’è stata una stagione d’oro a metà del Novecento. Nella depurazione questo deve ancora avvenire. Le multe che l’Italia sta pagando all’Ue per i ritardi sono un buon motivo per cominciare subito, con investimenti che devono portarci dagli attuali 32 euro per abitante che vengono spesi oggi ad almeno 80 euro per abitante all’anno.

Resteremo lontani dagli oltre 100 che si spendono in Europa, ma almeno avremo intrapreso il percorso necessario ad evitare che i soldi vengano spesi in multe anziché in opere".

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