Giovane tetraplegico riacquista l'uso della mano grazie al microchip nel cervello

Ian Burkhart pizzica le corde di una chitarra grazie al chip che decodifica i suoi pensieri trasformandoli in impulsi nervosi

Giovane tetraplegico riacquista l'uso della mano grazie al microchip nel cervello

Un incidente subacqueo improvviso e la diagnosi spaventosa: frattura del collo, gravi lesioni midollari e paralisi dei quattro arti. Ian Burkhart, però, oggi 24 anni, riesce per la prima volta a muovere la mano destra e parte del braccio grazie a un microchip impiantato nella sua corteccia cerebrale.

Questo straordinario esperimento, effettuato con la collaborazione della Ohio State University, dell’Istituto Feinstein per la ricerca medica e del Battelle Memorial Institute, è definito "bypass nervoso elettronico" e ha lo scopo, grazie al chip, di controllare i movimenti e di convogliarne i segnali nervosi a un sistema di elettrodi posti sull’avambraccio. "Negli ultimi dieci anni" dice Chad Bouton, capo ricercatore dell'Istituto Feinstein "abbiamo imparato a decifrare i segnali del cervello dei pazienti che sono completamente paralizzati e ora, per la prima volta, questi segnali sono stati trasformati in movimenti".

Ci sono voluti 15 mesi per arrivare ai gesti che Ian Burkhart riesce oggi a compiere: strisciare una carta di credito, afferrare una

bottiglia e versarne il contenuto in un bicchiere, usare la tastiera di un computer. Un risultato di grande successo per il paziente ventiquattrenne che definisce l'esperimento "estenuante, ma esilarante".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica