Per rendere apparentemente più semplice la vita agli esercenti, il ministero della Salute ha ideato una nuova app chiamata VerificaC19 per controllare i Green Pass. Questa si va così ad aggiungere alle altre applicazioni create dalla pubblica amministrazione come Io o Immuni.
Sarà possibile scaricarla a partire dal 6 agosto e una volta fatto basterà inquadrare il Qr code sulla certificazione per vedere se il certificato è valido o meno. Nel primo caso apparirà una spunta verde, nel secondo un segnale rosso. Ricordiamo che per ottenere il Green pass è necessario essersi vaccinati, oppure essersi sottoposti a un tampone con esito negativo effettuato nelle 48 ore precedenti o infine essere guariti dal Covid nei 6 mesi precedenti. Gli unici esenti sono gli under 12 per i quali non esiste ancora un vaccino autorizzato e chi non può vaccinarsi per motivi di salute certificati.
Sebbene appaia tutto molto semplice e immediato, non sarà così. Infatti, dal momento che l'app per motivi di privacy potrà mostrare, oltre alla conferma della validità del green pass, solamente nome, cognome e data di nascita, spetterà ai commercianti assicurarsi che il certificato sia valido chiedendo al consumatore anche un documento di riconoscimento.
Sarà dunque compito di ristoratori, baristi, commessi, gestori di cinema, titolari di palestre, centri scommesse e qualsiasi altro proprietario o dipendente di una attività al chiuso assicurarsi che tutti abbiano un certificato verde valido. Come è possibile leggere all'articolo 13 del decreto 87 del 17 giugno scorso: "l'intestatario della certificazione verde Covid19 all'atto della verifica dimostra a richiesta dei verificatori (il cui elenco è definito nello stesso testo) la propria identità personale mediante l'esibizione di un documento di identità". Non è quindi compito solamente dei pubblici ufficiali ma di chiunque abbia un'attività commerciale. E soprattutto non ha più alcuna validità l'autocertificazione.
La pena sono multe salate che oscillano dai 400 ai 1000 euro. Inoltre, qualora l'esercente commetta la violazione in tre giorni diversi vedrebbe il proprio esercizio chiuso dai 3 ai 10 giorni. Contro questa modalità di lavoro si è scagliata immediatamente la Federazione italiana dei pubblici esercizi, Fipe-Confcommercio, la quale non accetta che i ristoratori dovranno impiegare un proprio dipendente esclusivamente per scannerizzare i Qr code dei clienti.
La proposta, come è possibile leggere in una nota della Fipe, è che venga prevista "un'autocertificazione che sollevi i titolari dei locali da ogni responsabilità".Il governo però, come dimostrato dalle sanzioni che ha deciso di inserire, la vede in maniera diametralmente opposta.
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