Grillo-Salvini, altro che intesa Sono in lotta per gli stessi voti

La favola sul patto possibile tra Cinque Stelle e Lega si basa sulle sparate anti immigrati In realtà non potrebbero essere più diversi ma entrambi guardano ai delusi dalla politica

Grillo-Salvini, altro che intesa Sono in lotta per gli stessi voti

Il M5S è come la Lega degli anni 90. Sulla base di questo apodittico assunto, sommato alle sporadiche uscite anti immigrazione del comico a cinque stelle, si basa la favola agostana di un costruendo patto tra Grillo e Salvini. Basterebbe riconsiderare con un pizzico di superficialità in meno il punto di partenza di questo ragionamento per capire che è costruito su fondamenta davvero molli. Perché la Lega di Salvini è nata proprio rottamando quella bossiana, sarebbe ben strano che ora cercasse di convolare a nozze con un movimento che assomiglia al passato che ha rinnegato.

Grillo e Salvini alleati? Perché no. Un domani potrebbero esserlo anche India e Pakistan, Grecia e Turchia, Roma e Lazio. E in fondo anche Al Bano e Romina sono tornati insieme. E in politica sarebbe ancora più facile: è l'arte del possibile, la teoria del compromesso, no? In politica non è affatto scontato che si piglia chi si somiglia. Quello che non torna è il tentativo mediatico di pronosticare un'alleanza tra i due movimenti esaltandone gli elementi coincidenti. Magari approfittando per accomunarli nello stesso giudizio sprezzante. Al di là dei giudizi di valore sui due movimenti, non è Grillo che somiglia alla prima Lega, è l'atteggiamento dei partiti «moderati» verso i pentastellati che assomiglia a quello tenuto all'epoca verso Bossi e i suoi.

Per il resto non combacia nemmeno l'atteggiamento verso l'immigrazione. Dopo il «vaffa» anti clandestini di Grillo, sul suo blog è comparso un intervento di Vittorio Bertola, consigliere del M5S a Torino, dal titolo «Quattro proposte sull'immigrazione». A leggere la prima, «Giro di vite sui permessi di soggiorno per protezione umanitaria», potrebbe sembrare un pezzo del programma di governo leghista, ma non è davvero così. La proposta grillina ha soprattutto un'ispirazione giustizialista, poco politica, come sempre. E basta guardare i commenti sul blog per capire quanto la linea di Beppe Grillo sull'immigrazione sia divisiva per il suo popolo. Tra i commenti ce ne sono tanti sinceramente contrari, altri un po' smarriti. La battaglia contro l'immigrazione divide i grillini, laddove invece unisce la base leghista.

Ed è proprio la sostanza di cui sono fatte le rispettive basi che separa nettamente la natura dei due movimenti. Tra i grillini prevale un egualitarismo che è una matrice comune alla sinistra. I leghisti hanno un'ispirazione liberale e anarchica. Tant'è che oltre all'immigrazione, il tema più identitario è la battaglia anti tasse. Che, al contrario, è meno sentita dai 5 Stelle, impregnati come sono dalle vaghe teorie benecomuniste. E i «beni comuni» senza tasse non li mantieni.

«Non esistono nativi leghisti», ricorda Peppino Caldarola, ed è un'altra differenza forte. La Lega nacque da gente che aveva già nuotato nelle acque della politica, ma era finita ai margini, era rimasta delusa da Dc e Pci. I grillini hanno lanciato giovani con scarsa o nulla esperienza politica, e in questo senso incarnano davvero l'anti politica. E infatti è una loro costante il rifiuto del compromesso, cioè dell'essenza stessa della politica.

L'uso di toni forti è certamente comune.

Ma più che un punto di contatto, ha l'aria di essere il terreno vero di confronto: non un'alleanza, ma al contrario una lotta per la conquista dell'elettorato più disamorato, quello che alle ultime tornate si è tenuto alla larga dai seggi. Le punzecchiature sono già iniziate. Come quella salviniana di ieri: «Grillo? Mi copia».

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