Cronache

La guerra chiacchiere e distintivo

La guerra chiacchiere e distintivo

Quando sparano e ammazzano per strada, al ristorante, durante un concerto, mentre parti o torni in aeroporto o vai al lavoro in metropolitana, con la paura sulla pelle in ogni attimo della vita quotidiana, nelle tue città, nei tuoi quartieri, nei posti che chiami casa, non c'è più spazio per il bla bla bla dei politici del giorno dopo. Non più. Non c'è più la voglia, la pazienza, la ridondanza di facce sempre uguali che ripetono le frasi del manuale del perfetto perbenista.

Quello che dice solo quello che bisogna dire. E quando senti le raccomandazioni della Mogherini, per il «non esiste un noi e un loro, i musulmani sono cittadini Ue», pensi se parla così, allora è meglio che pianga. Non c'è più tempo per pianti, precisazioni, distinguo, considerazioni. Se arrivano con un kalashnikov in mano e sparano, le chiacchiere sono mortali. Siamo in guerra e non l'abbiamo dichiarata noi. Possiamo solo difenderci. Non è cattiveria. Non è razzismo. È sopravvivenza. È il più banale e fondamentale dei diritti, quello alla vita.

È questo che oggi si chiede alla politica: una risposta concreta. Cosa state facendo per difenderci? Cosa pensate di fare a livello europeo e mondiale per contrastare l'offensiva di chi odia l'Occidente? Di chi vuole distruggerlo? Il primo passo è la consapevolezza. Non ci possono essere sensi di colpa quando ti stanno ammazzando, in una sorta di roulette russa. È un gioco di dadi dove nessuno può stare tranquillo. Non sai mai dove vieni colpito e il prossimo potresti essere tu. Questo significa oggi vivere a Parigi, Bruxelles, Berlino, Londra, Roma, New York o nei luoghi di villeggiatura dell'Africa, o in qualsiasi posto nel mondo dove gli islamici radicali vedono il volto degli infedeli. Si chiama paura ed è vero, la paura non è mai una buona consigliera. Ma la paura non si vince con le chiacchiere. Il compito della politica è strappare via questo velo drammatico di paura senza prendere in giro chi li ha votati. Far finta di nulla è una cinica e vigliacca presa per i fondelli. Non è un caso che tanti si siano riconosciuti nell'impazienza televisiva di Mentana, quando con un gesto di stizza ha interrotto il servizio sulle dichiarazioni della Boldrini. «Con tutto il rispetto se ne può fare anche a meno». Ed è un pensiero condiviso da gran parte degli italiani.

Il tempo delle chiacchiere è finito.

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