Hotel House, il ghetto degli stranieri dove non si può entrare

Il complesso residenziale di Porto Recanati come una "no-go zone": l'ingresso è consentito solo a chi occupa gli appartamenti. Intanto il degrado continua nell'ecomostro fatiscente

Hotel House, il ghetto degli stranieri dove non si può entrare

All’Hotel House gli italiani non possono più entrare. La struttura residenziale di Porto Recanati, costruita negli anni ’60 a seguito del boom economico, è ora un ecomostro fatiscente preda degli immigrati che lo occupano.

L’enorme edificio cruciforme è infatti regno di spaccio e prostituzione, e con il passare degli anni è diventato una “no-go area” dove non è affatto prudente avvicinarsi. Agli italiani non è più consentito transitare, se non ai pochissimi residenti che non hanno ancora abbandonato le loro case. Sono oltre 40 le etnie presenti, circa 4mila gli abitanti di un ghetto dove gli stranieri regolari si mischiano a quelli clandestini. In estate l’Hotel House diventa la dimora dei venditori abusivi di merce contraffatta che popolano le spiagge della riviera adriatica: al mattino caricano i loro mezzi con gli articoli che venderanno una volta arrivati a destinazione.

Ad allontanare i visitatori non graditi dal complesso, un uomo fa da vedetta, seduto su una sedia. All’Hotel House non entri se non sei “dei loro”.

Gli illeciti si consumano sia dentro che fuori il palazzone, nei parcheggi adiacenti, alla luce del sole. È un via e vai continuo di spacciatori che, carichi di droga, consegnano la merce ai clienti in una rapida compravendita: l’area dove un tempo lo scuolabus caricava i bambini è ora avamposto per le cessioni di stupefacenti. Nonostante i blitz e le operazioni delle forze dell’ordine, lo spaccio continua indisturbato: eroina, hascisc, cocaina. Non manca nulla nell’hotel degli orrori. Tutto intorno, rifiuti a non finire e tanta desolazione. A ogni angolo, qualche materasso, resti della presenza di senzatetto, bottiglie di alcolici. Spazzatura che si accumula giorno dopo giorno nei cassonetti. Nella terra di nessuno anche tante macchine senza targa e veicoli di dubbia provenienza, probabilmente bottino di furti. Il tetto della struttura, in contrasto con l’estrema povertà dei residenti, è sterminato di parabole, antenne e ripetitori: qui le notizie arrivano da tutto il mondo.

Non era questo il futuro che la popolazione di Porto Recanati sperava per l’Hotel House. “Sappiamo tutti cosa accade lì dentro ma nessuno ha il coraggio di andarci – spiega un residente del paese – essendo situato in una via periferica, la gente non ha interesse. Si preferisce far finta che nulla accada, anche se ne succedono di tutti i colori. Tutti i venditori delle spiagge si fermano a dormire in quell’ecomostro. Un amico si era recato lì dentro per svolgere alcuni lavori con la sua ditta. Non riuscendo a uscire, ha dovuto chiamare la polizia per farsi scortare fuori. Il ministro Matteo Salvini ha annunciato che presto farà sgomberare l’area: speriamo che chi non ha titoli per rimanere qui venga espulso e che si possa tornare alla normalità”.

Il valore immobiliare è crollato: gli appartamenti dell’Hotel House sono in vendita a prezzi stracciati. All’asta si parte da 20mila euro, mentre tanti proprietari italiani stanno cercando di liberarsi di residenze acquistate tanti anni fa. Accanto al palazzo si notano infatti svariate inserzioni “vendesi” e “affittasi”, affisse ai cancelli dell'hotel da molto tempo.

E in merito a questa vicenda l'amministrazione comunale fa spaere che "L’edificio è stato edificato alla fine degli anni 60 secondo scelte progettuali del tempo in cui si preferiva costruire in altezza per evitare l’occupazione del territorio. Da residenza fissa o estiva di famiglie benestanti della regione ma anche del Lazio e del nord, alla fine degli anni 80 ha cominciato ad ospitare i primi immigrati che per motivi di lavoro raggiungevano la costa marchigiana e a loro volta sono diventati punto di riferimento per i loro connazionali come sempre è avvenuto nei fenomeni di immigrazione collettiva. Si andava dove c’era lavoro e dove vi erano persone che parlavano la stessa lingua ed avevano le stesse abitudini. E’ avvenuto in Argentina e Venezuela, in Germania ed in Francia o Inghilterra per i nostri emigranti, così è accaduto per gli extracomunitari a Porto Recanati e in molte altre città italiane ed estere. Con il tempo il numero degli extracomunitari presso l’Hotel House è andato crescendo, molti di loro hanno acquistato appartamenti presso l’edificio". E ancora: "Non è un ghetto e non è avulso dalla città che lo circonda. Non è una definizione corretta e rispettosa nei confronti di chi si comporta bene e cioè la maggioranza.

I loro figli vanno a scuola con i nostri figli, giocano a calcio con la locale squadra, frequentano l’Oratorio, vivono la vita cittadina in ogni aspetto. All’’H.H. vivono1.720 residenti, che appartengono a diverse etnie, 32 per l’esattezza, 427 di loro sono di cittadinanza italiana".

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