Sono arrivato ai miei 80 anni. Ho vissuto momenti a volte facili e altri difficili ma sono stati un viaggio meraviglioso. Debbo ringraziare nostro Signore del tanto che ho avuto: una bella famiglia, una figlia che mi ha regalato due bellissimi nipoti e un'azienda di 9.400 dipendenti che continua a darmi grandi soddisfazioni.
In sintesi vi racconto i momenti più significativi di questo viaggio. Sono nato in una cascina di Morsenchio, alla periferia di Milano, da una famiglia di ortolani, di grandi valori morali e spirituali che sono stati il faro della mia vita.
Ancora bambino ho conosciuto le fatiche, le soddisfazioni e il valore della parola lavoro, anche partecipando a piccole vendite di verdure al mercato di Milano. Dopo il diploma ho frequentato l'Università Cattolica sostenendo 16 esami e non ho potuto terminare il mio percorso accademico in quanto il successo della mia attività imprenditoriale, nel frattempo avviata, richiedeva la mia presenza e attenzione a tempo pieno.
Nella mia vita, oltre la famiglia, ho avuto due passioni: la Pellegrini che, attiva dal 1965, è oggi la maggiore azienda italiana nel settore servizi, opera in Italia, Svizzera, Congo, Angola, Nigeria ed Emirati Arabi, e proprio grazie al suo successo, nel 1984 ho potuto acquistare l'F.C. Internazionale di Milano, l'altra passione della mia vita. Nei 10 anni di presidenza dell'Inter ho vinto lo scudetto dei record, due coppe Uefa e una Supercoppa italiana e ho qualche rimpianto.
Nella mia squadra ho avuto grandi giocatori, tra i quali ricordo con piacere Kalle Rummenigge, a quei tempi miglior attaccante del mondo, che è stato il simbolo della mia Inter, Juergen Klinsmann grande centravanti e poi stimato allenatore e tutti, indistintamente, i giocatori con i quali vinsi lo scudetto dei record. Grazie anche a un allenatore di grandissima umanità come Giovanni Trapattoni. Incontro ancora frequentemente e con grande piacere Beppe Bergomi, Beppe Baresi e Riccardo Ferri che sono anche testimonial dei corsi di formazione dell'Accademia Pellegrini.
Durante la mia presidenza ho conosciuto grandi imprenditori tra i quali Gianni e Umberto Agnelli e Silvio Berlusconi del quale conservo ancora una lettera che mi scrisse nel 1994 da presidente del Consiglio, in un mio momento di difficoltà. Lettera che recitava così: «Caro Ernesto, quanti travagli per tutti! Andiamo avanti con coraggio perché alla fine chi ha cuore la vince! Un abbraccio affettuoso e forza Inter...».
La fede mi ha aiutato tantissimo. Mi affido spesso a Dio, convinto che se si alimenta la fede le difficoltà si superano, e non mi lascio sopraffare dall'ambizione e dal desiderio di apparire. Per festeggiare i 50 anni di attività, con la mia famiglia ho voluto restituire un poco del tanto che ho avuto creando la Fondazione Ernesto Pellegrini onlus, impegnata a contrastare le nuove povertà, e il ristorante solidale Ruben che ogni giorno offre una cena a 300 persone al prezzo simbolico di 1 euro.
Il successo come imprenditore, la popolarità come presidente dell'Inter e l'attenzione ai bisogni dei meno fortunati sono state la motivazione di importanti riconoscimenti dei quali sono particolarmente orgoglioso. Tra questi il Cavalierato del Lavoro nel 1990, l'Ambrogino d'oro nel 2014, il premio Cento Guglie del Centro Studi Grande Milano nel 2015. Non ho ancora raggiunto il traguardo della pensione.
Amo il mio lavoro e lavoro alacremente dalla mattina alla sera anche in questo periodo difficile, ovviamente rispettando le regole. Lavoro anche per non invecchiare continuando ad allenare una squadra, già forte, per traguardi sempre più ambiziosi che mia figlia Valentina, di cui sono orgoglioso, quando mi succederà, saprà raggiungere.
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