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I poliziotti rischiano la vita per noi. Ma lo Stato li paga meno di una colf

Lo scandalo italiano. Gabrielli: "Straordinari pagati 4 euro l'ora, è immorale". E il contratto è scaduto da un anno

I poliziotti rischiano la vita per noi. Ma lo Stato li paga meno di una colf

Che strana l'Italia. Elogia il lavoro dei suoi poliziotti, li definisce "eroi" quando ci restano secchi, eppure fatica a trovare fondi sufficienti per pagare un giusto compenso. Li spreme all'osso, con orari di lavoro infiniti e poche tutele. Poi elargisce loro pochi spiccioli. Meno di una qualsiasi colf.

Il capo della polizia, Franco Gabrielli, stavolta è stato chiaro. "È immorale che si percepiscano 4 euro l'ora per gli straordinari e che vengano pagati a due anni di distanza". Sul ritardo dei pagamenti le colpe dello Stato sono indegne, come raccontato dal Giornale.it. "Viviamo in una stagione in cui c'è una percezione di insicurezza e una criminalità diffusa", dice Gabrielli. Per sentirsi protetti, "i cittadini ci vogliono vedere la sera, la notte, nei prefestivi e nei festivi". Il fatto è che "tutto questo va remunerato". Non è possibile che un agente rischi la vita per 4 miseri euro l'ora che vedrà, se tutto va bene, tra un paio di anni.

L'ultimo contratto nazionale (ormai carta straccia) è stato stipulato nel 2016. Validità: un triennio, fino al 31 dicembre 2018. All'interno si trovano tutte cifre degli stipendi dei poliziotti e nessuno di loro naviga nell'oro. Anzi. Gli straordinari di un agente semplice vengono pagati 10,95 euro l'ora in un giorno feriale, 12,39 euro in caso di turno notturno o festivo e 14,30 euro all'ora se l'extra viene chiesto di notte in un giorno di festa. Questo almeno sulla carta. Perché poi ci sono aliquote e trattenute varie: prima va tolta la Ritenuta Assitenziale e Previdenziale (9,15%), poi quella Irpef (dal 27% al 38%). Sul conto finale, le fonti sono discordanti. Stando ai calcoli dei sindacati, un'ora di strordinario finisce col fruttare dai 6,17 euro ai 7,26 euro. Ed è già una miseria. Per Gabrielli però, va ancora peggio: il netto alla fine non supererebbe i 4 euro/l'ora. È il capo della polizia e saprà il fatto suo, dunque terremo per buono il dato.

"Alla fine incassiamo meno di una colf", sussurra al telefono Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato. Può sembrare una provocazione, ma non è lontana dalla relatà. Il minimo orario per una collaboratrice domestica (con esperienza) è di 6,13 euro. Se fa straordinari diurni vengono pagati il 25% in più, se lavora di notte il compenso aumenta del 50% e nei festivi del 60%. Per i poliziotti, invece, il principio della maggiorazione in caso di straordinari non vale. "Siamo l'unica categoria in cui il lavoro extra viene pagato meno del minimo contrattuale di base", spiega Mazzetti. "Siamo costretti a farli, perché sono obbligatori, ma poi ci fruttano meno di un'ora ordinaria di lavoro". E così si arriva all'assurdo: 60 minuti extra della colf valgono circa 8,30 euro, cui vanno tolti 0,36 euro di contributi e (ipotesi) il 23% di Irpef. Totale: 6,11 euro. Se è vero quel che dice Gabrielli, è più di quanto incassa un poliziotto.

Il sistema è vicino al cortocircuito. Servirebbero assunzioni, ma il turn over è quasi bloccato. Per coprire i buchi di personale si ricorre agli straordinari, che però "costano" allo Stato meno dell'ora di lavoro ordinaria. "Un'ingiustizia", lamentano i sindacati. Senza contare che troppo lavoro extra spesso si trasforma per l'agente in una vera e propria beffa. Quando l'ammontare orario incrementa (e così lo stipendio), infatti, può capitare che il poliziotto veda passare la propria aliquota IRPEF dal 27% al 38%. E così le tasse si mangiano tutto il guadagno prodotto. "Più straordinario si fa, meno viene pagato", spiega Mazzetti. "Sono meccanismi diabolici". Non solo. Quando per l'agente "scatta" l'aliquota più alta, a fine anno sarà costretto a "restituire" i soldi in più percepiti in busta paga. Il conguaglio viene fatto una tantum, e così capita che il poliziotto si trovi una mensilità con anche mille euro in meno.

Con tutte le difficoltà che ne conseguono sul pagamento di bollette, mutuo e spese per la famiglia. "Nessun paese democratico - conclude Mazzetti - che abbia minimamente a cuore la sicurezza pubblica e la dignità dei propri operatori in divisa può consentire che si giunga a un tale livello di noncuranza".

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