
Il fenomeno dei migranti tiene banco da settimane nel nostro Paese, con un durissimo scontro tra le forze politiche. Interessante analizzare non solo il numero di persone che arrivano nel nostro Paese, per restarvi o per raggiungere un'altra meta, ma anche quello di chi decide di tornare nel proprio Paese. Stiamo parlando dei cosiddetti "ritorni volontari". Nei primi sei anni di attività della Rete Rirva, la rete italiana per il ritorno volontario assistito (programma finanziato dal Fondo europeo rimpatri che è cofinanziato dalla Commissione Ue e dal Viminale) si registrano 700 rientri al Lazio e dalla Lombardia, 335 dal Piemonte, 298 dall’Emilia Romagna e 206 dal Veneto. E' soprattutto dalle regioni d’Italia più ricche che i migranti decidono di ripartire per tornare in patria, dopo aver provato a vivere e lavorare da noi. E il motivo per cui tramonta il loro sogno è, molto spesso, la perdita del lavoro.
Il Ritorno volontario assistito è una misura che aiuta i migranti a tornare e reintegrarsi nel proprio Paese d’origine in condizioni di sicurezza e con un’assistenza adeguata, sia per l’organizzazione e il pagamento del viaggio che per la reintegrazione sociale e lavorativa nel paese d’origine con l’erogazione di beni e servizi. Sono numerosi i cittadini stranieri che tornano a casa dopo un periodo di permanenza in Italia: secondo i dati Istat ogni anno una media di 200 mila migranti iscritti in anagrafe si cancellano. Tra questi, sempre pi— numerosi sono coloro che decidono di tornare in patria facendo ricorso al programma del Rva: si è passati infatti da 228 persone accompagnate nel 2009 ai 2.000 inizialmente previsti per il 2015, poi ridotti a 800 circa. Al 30 giugno 2014 un totale di 3.219 persone hanno usufruito di questa misura; di questi il 62% sono uomini.
Provengono da 86 Paesi ma circa la metà da Ecuador (542), Perù (321), Tunisia (280) Marocco (239) e Brasile (204). Il 65% ha ricevuto un supporto alla reintegrazione sociale e lavorativa nel suo Paese. La perdita del lavoro senza possibilità di ulteriore occupazione da parte di migranti con il permesso di soggiorno per motivi di lavoro è la condizione più diffusa di chi accede al Rva (45%).
La Rete Rirva - di cui fanno parte soggetti del terzo settore (68%) ed enti pubblici (32%) tra i quali 62 Comuni, 16 Consorzi di Comuni, 21 province, 8 Regioni, 10 Asl e 2 prefetture - è promossa dal Consorzio nazionale idee in Rete insieme a Consiglio Italiano per i Rifugiati, Oxfam, Ordine degli assistenti sociali, cooperativa sociale Gea con il sostegno dell’Ismu.
L'obiettivo è promuovere un’attività di informazione sul ritorno volontario assistito diretta ai migranti e di formazione per il personale dei servizi, necessaria per garantire un sostegno adeguato a chi decide di tornare a casa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.