Cronache

Il Covid frena l'influenza: tutto quello che c'è da sapere

Per il secondo anno consecutivo, la stagione influenzale italiana ha registrato numeri ben al di sotto delle aspettative: ecco i perché e come potrebbe essere la prossima

Il Covid frena l'influenza: tutto quello che c'è da sapere

Per il secondo anno consecutivo abbiamo vissuto una stagione influenzale anomala con la conta totale dei contagiati molto al di sotto delle aspettative e degli standard pre-Covid. In questo caso, il "merito" è proprio della pandemia se anche quest'anno l'abbiamo fatta franca. Mascherine indossate all'aperto e al chiuso, distanziamento, vaccinazione e in molti casi isolamento causato da Sars-Cov-2 ci hanno evitato di contrarre anche il famoso virus stagionale che ci tiene compagnia durante ogni inverno.

I numeri dell'Iss

Come dichiarato dall'Iss, la stagione è già finita con un totale di poco più di 4 milioni di italiani colpiti (4.104.700) con i classifici sintomi. Ebbene, soltanto l'1,4% dei casi ha avuto origine davvero da virus influenzali perché in altri casi si è avuta l'interferenza di altri agenti patogeni responsabili di infezioni respiratorie. Come si legge sull'ultimo Report della rete di sorveglianza epidemiologica InfluNet a cura dell'Istituto Superiore di Sanità, con 171.500 nuovi casi la scorsa settimana, l'incidenza in Italia è scesa a 2,9 casi per mille, un valore che si colloca al di sotto del livello base di 3,16 casi per mille. Anche in questo caso, a farne maggiormente le spese sono stati i bambini con un'incidenza di 7,92 casi ogni mille. Nelle altre classi d'età, i casi sono notevolmente inferiori: 3,63 casi per mille nella fascia 5-14 anni, 2,8 in quella 15-64 e 1,48 per mille negli over 65. Per quel che concerne le Regioni, soltanto Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria, Puglia e Sicilia sono rimasti, seppur di poco, al di sopra della soglia base.

Le percentuali dell'influenza

Sui circa 6mila tamponi campione analizzati dai laboratori specializzati, soltanto 84 di essi, quindi l'1,4%, "sono risultati positivi ai virus influenzali. In una stagione normale sono in genere il 30-40%, in alcuni casi addirittura la metà", ha affermato all'Ansa il prof. Antonino Bella, responsabile della Sorveglianza Epidemiologica Influnet dell'Istituto Superiore di Sanità. Già nello scorso anno, come vi ricorderete, del virus stagionale non ce n'era stata quasi traccia. Questa stagione si annunciava differente ma è stata uguale, se non migliore, rispetto al 2020-2021 con una circolazione molto blanda e sporadica. Oltre all'Italia, come riporta Il Messaggero, la tendenza è stata la stessa praticamente nella maggior parte delle nazioni europee.

Come spiega l'esperto, questo potrebbe essere un problema per mettere a punto il vaccino per la prossima stagione. "Anche se ci sono stati pochi casi in ogni singolo Paese, l'Oms disporrà di tutte le informazioni necessarie per decidere", sottolinea Bella. Cosa accadrà il prossimo anno è molto presto per dirlo e lascia interrogativi aperti dopo due anni anomali ma la soluzione è sempre una. "La bassa circolazione dei virus influenzali di questi ultimi due anni e il conseguente calo dell'immunità nella popolazione lascia aperti interrogativi su quale sarà l'impatto dell' influenza il prossimo anno.

Questo interrogativo, a cui non abbiamo ancora risposta, rimarca però ancora una volta l'importanza della vaccinazione", conclude Bella.

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