Cronache

"Inopportuna, mi ferisce", Lucia Annibali è irremovibile sull'intervista della Leosini al suo aguzzino

Prevista in palinsesto e cancellata poche ore prima della messa in onda, l'intervista al mandante dell'aggressione a Lucia Annibali continua a far discutere

"Inopportuna, mi ferisce", Lucia Annibali è irremovibile sull'intervista della Leosini al suo aguzzino

Franca Leosini è stata nominata direttore di Rai Storia per un giorno e ne ha redatto il palinsesto con l'intento di celebrare la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, denunciando il comportamento degli uomini e contemporaneamente sensibilizzando su un tema sul quale c'è ancora molto da dire e da raccontare. Invece, al contrario di come tutti si aspettavano, le buone intenzioni sono state lette in maniera del tutto opposta e la Rai è stata costretta a eliminare due contributi dal palinsesto dopo le reazioni veementi della politica sulla scia delle proteste di Lucia Annibali, vittima di uno dei protagonisti del palinsesto Rai Storia di domenica. Grande sconcerto in Franca Leosini mentre ancora galoppano le polemiche.

Il 25 novembre è stata scelta come data simbolo per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. È un giorno per ricordare, con ancora più forza e con ancora più voce, che le donne meritano rispetto e che sono ancora tanti gli episodi che le vedono vittime della furia cieca degli uomini. Stupri, violenze psicologiche e fisiche, omicidi e sottomissioni sono all'ordine del giorno nel nostro Paese, uno di quelli con la maggiore incidenza di casi di femminicidio in Europa. In questo contesto si inseriva l'intervista di Franca Leosini a Luca Varani, condannato come mandante dell'aggressione con l'acido a Lucia Annibali.

La donna, appresa la notizia, è intervenuta personalmente per bloccare tutto e ha scritto un durissimo post su Facebook: "Si tratta di un’intervista ritenuta già inopportuna ai tempi, che mi aveva ferito allora, e che mi ferisce ancor di più oggi. Una decisione che poco ha a che fare con il senso di cura, di rispetto e di impegno. Per questo, anche oggi, come allora, scelgo di non partecipare allo spettacolo della mia vita. Scelgo di esercitare il mio diritto a non sentirmi omaggiata". Il Corriere della sera l'ha raggiunta telefonicamente e la Annibali ha aggiunto: "In vista di una giornata dedicata alla violenza maschile sulle donne mi pare un controsenso costruire un palinsesto proponendo casi di uomini che hanno commesso gravi atti di violenza contro le donne. Se dobbiamo omaggiare le donne, diamo la parola a loro, alle loro storie, ai loro sentimenti. Non mi pare una cosa così strana da chiedere".

L'intervista non è stata registrata di recente ma è un video di repertorio andato in onda per la prima volta quattro anni fa. Ora Lucia Annibali siede in parlamento, dove è stata eletta tra le fila del Pd prima di passare a Italia Viva, lo stesso partito di Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, che ha sollevato la questione: "Riscrivere la storia di alcune dolorose vicende di cronaca dando la parola agli autori delle violenze, proprio alla vigilia di una giornata così simbolica, a che logica editoriale risponde?". Il riferimento plurale di Anzaldi è alla seconda intervista prevista in palinstesto, quella ad Angelo Izzo noto come Mostro del Circeo.

La questione meramente televisiva, in poco tempo è diventata politica, portando alla cancellazione dei due momenti scelti da Franca Leosini. La giornalista, da brava aziendalista, ha accettato anche se non condivide totalmente la strada intrapresa dalla Rai. "Sono un soldato dell’azienda, quindi ho accettato le disposizioni, ci mancherebbe. Però sono dispiaciuta perché in quel confronto con Varani fui durissima, quasi violenta con lui. È una storia che mi aveva impressionato perché non riuscivo a mettere insieme l’assoluta normalità di una persona con il gesto atroce di cui si era reso responsabile", ha detto la Leosini al Corriere della sera. La giornalista ha spiegato perché la sua scelta è caduta proprio su quell'intervista: "Ogni gesto di volenza è inaccettabile, ma quello era un gesto di massimo orrore e massima viltà, messo in atto per di più per interposta persona.

Peggio di un colpo di pistola, peggio di una coltellata: significava costringere una donna a vivere senza la vita che le apparteneva, senza l’immagine del suo volto, del suo sorriso, della sua pelle".

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