Il cardinale tedesco Walter Kasper si è espresso sull'intercomunione. A tenere banco sul piano della dialettica dottrinale è l'accesso alla comunione per i protestanti sposati con i cattolici.
"Coppie miste" che, secondo quanto stabilito dalla Conferenza episcopale teutonica, dovrebbero poter accedere all'eucaristia. Il Vaticano ha però ricusato il documento proveniente dalla Germania, inviando una missiva che rimanda la decisione a un dibattito sul tema tutto interno alla Chiesa universale. Come a dire: un episcopato nazionale non può legiferare su una materia di stretta competenza della Santa Sede.
Monsignor Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, avrebbe persino minacciato le dimissioni in caso di accettazione passiva di quanto promosso dal cardinale Rehinard Marx, progressista anch'esso e vertice dell'episcopato tedesco. Voci che circolano negli ambienti tradizionalisti e che non hanno, almeno per ora, trovato conferma. Fatto sta che la notizia sulla bocciatura della proposta avanzata dai tedeschi è arrivata sulla stampa ancor prima, forse, che la lettera finisse nella mani dei destinatari.
Kasper ha commentato la vicenda in modo piccato:"Mi irrita - ha evidenziato il porporato progressista - il fatto che questa lettera, indirizzata ad una persona, prima di giungere all’interessato, sia stata fatta filtrare proprio a quei media dei quali è comunemente nota la posizione critica nei confronti di papa Francesco".
Qualcuno potrebbe eccepire che la pubblicazione della lettera in questione rileva solo in materia di bravura giornalistica. Ma vediamo come prosegue il porporato tedesco.
Il cardinale sostiene che "Questo fatto - cioè la pubblicazione di cui sopra - è la continuazione della filiera dei Vatileaks e una mancanza di lealtà da parte di alcuni impiegati della curia attraverso i quali sono stati danneggiati non solo l’autorità dei vescovi tedeschi, ma anche quella della curia e del papa, come pure l’immagine della Chiesa in generale, e ha seminato confusione tra i fedeli. Ci aspettiamo che i responsabili siano chiamati a renderne conto e abbiano a pagarne le conseguenze".
Esisterebbe, quindi, una "filiera", che tenderebbe a passare le notizie ad alcuni giornalisti, in questo caso a quelli critici sull'operato di Papa Francesco. La stessa sarebbe peraltro la "continuazione" di quella che ha contribuito a dare vita al caso Vatileaks. Parole forti, che sono passate un po'sottotraccia, ma che mettono in evidenza come la lettera di Ladaria abbia stupito un po' tutti.
Prescindendo dal fatto che alcuni "scoop vaticani" sarebbero filtrati da "alcuni impiegati", ci si aspettava infatti che la Santa Sede avallasse quanto proposto da Marx. Non è un mistero che l'episcopato tedesco sia solitamente tenuto molto in considerazione in materia dottrinale. Questa volta, però, non è andata così.
Kasper, in ogni caso, continua a ritenere quello dell'intercomunione un falso problema. Il cardinale ha ribadito, come si legge su Settimana News, che:"È stato un bene che la Conferenza episcopale tedesca abbia cercato di liberare questa pratica de facto dal grigiore dell’illecito, del semilecito o del solo tollerato. Siccome si tratta di decidere su casi singoli, non si può trattare di un permesso generale o di una norma comune, ma di criteri per la decisione personale di coscienza e per il dibattito pastorale".
Questo assunto, però, non coinciderebbe con quanto scritto da Ladaria. La sensazione è che il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede abbia voluto riportare la discussione sul piano universale.
Il documento dei tedeschi non sarebbe stato considerato "pronto". Ecco, dunque, che sembra emergere una duplice visione sul dialogo con confessione protestante: da una parte c'è chi ha un'evidente fretta di chiudere questioni aperte, dall'altra chi sembra voler rallentare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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