Viaggio nell'Abbazia degli esorcismi

Il "diavolo" visto da vicino. In Italia, ogni anno, 500mila persone richiedono un esorcismo. E Padre Ildebrando esorcizza decine di persone al giorno

Viaggio nell'Abbazia degli esorcismi

Charles Baudelaire diceva che il peggior inganno del diavolo consiste nel persuaderci di non esistere. Le decine di persone che ogni giorno si recano all’Abbazia di Casamari, nel frusinate, credono o almeno sospettano non solo che il demonio esista, ma che abbia finito per interessare le loro vite. Cinquecentomila italiani, ogni anno, chiedono un esorcismo per se stessi o per i propri cari. Dalla Lombardia alla Sicilia, centinaia di quelli che don Ildebrando Di Fulvio chiama “pazienti” si recano speranzosi ai piedi di questo monastero cistercense implorando la “guarigione” dalle sofferenze.

Don Ildebrando e il conto salto del diavolo

“La sera sono costretto a strappare alcuni biglietti: le richieste sono troppe e non riesco a rispondere a tutti”. Don Ildebrando pratica esorcismi dal 2002. “Ai miei tempi - racconta - si diveniva esorcista per volontà del vescovo, ora c’è una procedura più complessa”. Il padre cistercense ci accoglie nel suo umile studio. Non facciamo in tempo ad ambientarci che già vediamo arrivare una famiglia al completo: “Cerchiamo padre Ildebrando, nostro figlio non sta bene”. Il custode dell’Abbazia fa accomodare la famigliola in sala d’attesa. “Vedete - ci ribadisce don Ildebrando - questo territorio è vessato da decine di riti satanici. Ogni giorno è così”. Per il padre il maligno può impossessarsi delle persone in migliaia di modi, ma la magia, le messe nere e il satanismo risultano le vie d’accesso più battute da Belezebù. “Non sono un mago: uso una stola viola, che è il colore della penitenza, il Vangelo, l’acqua santa e un libro ad hoc”. Il minore accompagnato dai suoi genitori viene esorcizzato. Noi non possiamo assistere e così restiamo fuori ad aspettare. “Non è emerso niente - ci rivela l’esorcista al termine della seduta - lo rivedrò tra qualche giorno per sicurezza”. Il diavolo, secondo la Chiesa, conosce tre modalità di intervento: la possessione, l’ossessione e la vessazione. La prima arriva a riguardare anche la sfera fisica, la seconda la mente e il comportamento, la terza manipola le credenze della vittima. E Don Ildebrando se la prende con quelli che definisce “maghi cattivi”. “Una persona che ho avuto in cura per anni riusciva a lenire la sofferenza solo scaricando denaro nelle mani di un mago. Alla fine della fiera, questa persona ha pagato una cifra pari a 200mila euro”. Adesso è guarita, ci dice. Gli esorcisti, è bene sottolineare, sono gratis. Il demonio no, presenta sempre un conto salato: “Ancora oggi, ogni tanto, il diavolo usa bussare alla mia porta di notte, due volte, una all’una e una alle tre. Mi fa sparire le cose, ma ormai ci sono abituato”. Ci si può credere o no, ma qui don Ildebrando è ricercato tanto quanto un primario di psichiatria. Per Giovanni Bonelli, professore universitario, neurologo e psichiatra di Siena, si tratterebbe di disagi psichici. “Qui si va sul taumaturgico - dice a IlGiornale.it - alcune persone hanno bisogno di credere in qualcosa”. Isterici e tarantolati per la scienza, posseduti, ossessionati o vessati per la Chiesa. Ma Don Ildebrando è uno di quegli esorcisti che quando si trova dinanzi a un disturbo mentale consiglia al “paziente” di recarsi da un medico.

La testimonianza del bibliotecario

Intervistare un esorcizzato non è cosa semplice. Le persone, liberate dal maligno tendono a non volerne più sapere. Luciano è laureato in lettere classiche. Lo ripete due volte come a ribadire di essere una persona del tutto razionale. Conosce l’Abbazia di Casamari come le sue tasche: ne è stato uno dei bibliotecari per vent’anni. “Una mattina don Ildebrando è venuto a chiederci aiuto, ci siamo precipitati in 3 o 4 nella saletta dove era con una ragazza, io sono resistito 10 minuti perché l’ho vista sollevatesi da terra e saltare da un tavolo all’altro, quelli che sono rimasti dentro mi hanno raccontato che quando la giovane li afferrava sentivano le ossa che si stavano spezzando”. Un’esperienza che Luciano non dimenticherà: “Di fronte a certe cose come fai a darti delle spiegazioni?”.

Bergoglio, gli esorcisti e i numeri

Papa Francesco, nel corso dei suoi 5 anni di pontificato, ha citato il maligno più volte di tutti i suoi predecessori. “Viene dal sud America - ci dice Ildebrando - sa quanto è importante questo aspetto, poi è un gesuita e ne sa una più del diavolo”. Gli esorcisti, sotto il pontificato di Bergoglio, sono stati in qualche modo riabilitati. La presenza del Diavolo, del resto, è certificata dalla prima pagina della Bibbia che termina con la vittoria di Dio sul demonio. Cinquecentomila italiani, si diceva, si recano annualmente degli esorcisti, che sono solo 250 più 62 ausiliari. Nel mondo sono 404. La domanda però cresce di anno in anno. “Anche per colpa della rete”, secondo il don di Casamari. “Non ho alcuna conoscenza dei nuovi media - specifica il padre cistercense - ma il demonio opera con ogni mezzo”.

Don Ildebrando scappa in Chiesa: dopo la messa di mezzogiorno i monaci si radunano per una preghiera collettiva. Poi ci sarà il pranzo, a cui forse l’esorcista non potrà partecipare: c’è già la fila alla porta della sua stanza. E l’inferno, diceva Emil Cioran, “è esatto quanto un verbale”.

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