Cronache

"Io, Iena, vi svelo tutti i segreti delle Iene"

"Io, Iena, vi svelo tutti i segreti delle Iene"

È arrivato addirittura a postare sue foto ai bordi di piscine dall'altra parte del mondo. Senza in realtà avere preso alcun volo. Per non spaventare le sue «prede», per allontanare i sospetti di essere in agguato. Giorgio J. Squarcia è uno degli uomini più temuti della televisione: divi, calciatori e personaggi hanno talmente paura di lui da controllare i suoi spostamenti. Perché Giorgio è l'autore degli scherzi più esilaranti e perfidi delle Iene. Nella sua rete sono cascati fior fiore di volti noti, che si sono fatti trascinare nelle situazioni più assurde e incredibili. Come quando fece bere a Cristina Chiabotto le ceneri di sua madre o fece credere ad Andrea Pirlo che avesse perso tutti i soldi in banca o a Linus che suo figlio si fosse fidanzato con la professoressa di matematica di 60 anni. Ormai finire in uno dei suoi tranelli è come uno status symbol. Una consacrazione.

Squarcia, le Iene torneranno in onda nella nuova edizione a metà febbraio su Italia 1. Lo scherzo più divertente che avete ideato?

«Quello che abbiamo fatto a Leonardo Bonucci. Da restare a bocca aperta. Lo abbiamo convinto che la casa da lui appena acquistata, una dimora dell'800, fosse infestata da un fantasma. E che addirittura si fosse invaghito della moglie... alla fine lui era pure geloso».

Bonucci Ghostbuster? Difficile da credere...

«Vedrete. Leonardo è sempre stato attratto dalle tematiche del soprannaturale. Ce lo ha raccontato la moglie che è stata nostra complice. Lei lo ha convinto che c'erano strani rumori in casa... alla fine il calciatore girava proprio con uno strumento acchiappafantasmi: si è messo pure a parlare con le immagini dello spirito, false ovviamente».

Come riuscite a irretire in questo modo una persona sana di mente?

«Ci vuole molta pazienza, capacità psicologica e trovare i complici giusti, determinati. Ovviamente bisogna essere credibili. Ci aiuta anche la tecnologia: le telecamere di ultima generazione che abbiamo in dotazione sono invisibili, quasi impossibili da scoprire. Il trucco, poi, è instillare il dubbio, goccia dopo goccia, piano piano, far macerare nella testa della vittima la possibilità che sia vero. E aspettare il momento giusto per entrare in azione».

E lei come fa a partorire così tante cattiverie?

«Non so. Sono fatto così, il mio cervello ne sforna in continuazione. E sono anche in grado di modificare in corsa la sceneggiatura se qualcosa va storto, a volte trasformo il complice in vittima, a volte va male e buttiamo via tutto...».

Non le viene mai qualche scrupolo?

«Ma figuriamoci. Mi diverto come un matto. Ovviamente ci sono limiti che non possono essere superati. Bloccare lo scherzo se diventa pericoloso: come quando a Carlo Rossella stava per venire un infarto. Non mettere mai la vittima in condizione di sentirsi ridicola, anche perché altrimenti non ci firma la liberatoria per andare in onda. Mantenere sempre il lato comico».

I momenti più difficili?

«Per esempio quando convincemmo Cannavaro che sua figlia si era fidanzata con un giovane camorrista. A un certo punto gli facciamo sapere che dei ragazzi amici del delinquente gli stanno distruggendo casa e buttando la coppa del mondo in piscina. Lui si precipita a casa, dà in escandescenze con i suoi ospiti, noi ci riveliamo per calmarlo e lui ci spacca tutte le telecamere... Quella volta ho capito una cosa: le mogli non conoscono bene i mariti, lei mi aveva assicurato che Fabio è uno che non si arrabbia mai... Non possiamo mandare in onda lo scherzo perché lui non vuole e, comunque, ci ha distrutto tutto il girato...».

Una delle situazioni più divertenti?

«Quando Tinto Brass stava soffocando sotto un enorme sedere che gli avevamo fatto cadere sulla testa... Oppure quando abbiamo fatto credere a Fortunato Cerlino, il Pietro Savastano di Gomorra, che la ragazza che stava seduta di fronte a lui in treno era stata rapita da un pappone (che dormiva seduto accanto) per portarla in Svizzera a fare la prostituta e gli chiedeva aiuto perché desse un peluche a suo figlio rimasto in Italia...».

E lo scherzo al nostro direttore Sallusti, andato in onda in autunno, come lo avete congegnato?

«Be', in quel caso, la complice è stata la compagna Patrizia che gli ha fatto credere di essersi messa nelle mani di un santone per cambiare dieta e vita. Ci abbiamo messo mesi per prepararlo ed è durato settimane. Lui, comunque, ci è cascato perché è abituato alle stranezze di Patrizia. Divertente era vedere come, all'inizio, cercava di restare gentile e impassibile nonostante le follie che gli capitavano intorno. Poi anche lui si è scocciato di brutto...».

Molte vittime non firmano la liberatoria per la messa in onda.

«Per esempio Paolo Brosio, di cui si conosce la fervente fede. Quest'estate a Pontremoli, si trovava in un monastero: la sua (ora ex) amica Giorgia Venturini (l'opinionista di Tiki Taka) si è infilata nuda nel letto della sua celletta... poco dopo entra un frate, li scopre così e li costringe ad andare a pregare in una cappella lì vicino... lui si è arrabbiato veramente tanto e ha chiesto a Mediaset di sequestrare tutto il materiale... Lo stesso è accaduto con Carlo Rossella che ha telefonato addirittura a Berlusconi (che si è fatto una risata) per chiedere la mia testa: gli avevamo fatto credere che il tassista che lo aveva casualmente raccolto era il marito abbandonato dalla moglie su suo consiglio in una risposta a una lettera della posta del cuore... Il tassista lo aveva portato in una cascina abbandonata per costringerlo sotto minaccia a scrivere a sua moglie che si era sbagliato».

Lei si è formato in America come giornalista investigativo, firmando inchieste molto scottanti per il newsmagazine Inside Edition, poi è tornato in Italia: perché?

«Dopo l'inchiesta che ho fatto sotto copertura sui casinò illegali di New York, ormai il mio volto era diventato noto, così mi avevano messo in ufficio come direttore del dipartimento investigativo. Ma mi annoiavo. Così ho deciso di lasciare tutto, ricominciare da capo, e tornato in Italia, ho cominciato a lavorare a Scherzi a parte dove ho messo in pratica tanti trucchi imparati in quegli anni e firmato più di cento scherzi».

E due anni fa è passato alle Iene.

«Il programma è ancora più appagante perché posso costruire degli scherzi lunghi, anche di mezz'ora, praticamente dei film. Il pubblico quasi si ipnotizza, le curve di ascolto in quel momento si alzano moltissimo.

Con Davide Parenti, il patron dello show, poi ci divertiamo un mondo: lui partorisce idee talmente folli, come quella di Bonucci, che fanno paura addirittura a me».

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