Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore siciliano che pur essendo residente sull'isola, trova "in salita" , tra dubbi e incertezze, la strada verso casa. Rimasto al Nord per tutta la quarantena "prescritta" dai decreti di Conte, adesso vorrebbe mettersi in viaggio verso casa e chiede alla Regione e al governo di chiarire alcuni punti che in questa Fase 2 sono rimasti irrisolti come ad esempio il blocco sullo Stretto, lo stop ai treni da Nord e due soli voli da Milano e Roma.
Vorrei solo tornare a casa. Non chiedo tanto. Vorrei tornare dove ho il diritto di andare. A casa mia, dove ho residenza. Per i più romantici, mia per nascita e per senso di appartenenza. Per i burocrati, mia per diritto. Da quando è iniziata la pandemia ho sempre fatto la mia parte di cittadino. Per senso civico e di responsabilità. Sono rimasto a Milano. Ho seguito le direttive nazionali. Sono stato in casa. Ho subito la cassa integrazione. Ho acquistato gel e mascherine. Io ho fatto il mio, sempre. Come tanti cittadini. Ma attenzione però, perchè dietro alla parola “cittadini” ci sono migliaia di uomini e donne reali, persone che hanno dovuto affrontare questo dramma spesso in condizioni difficili. Lontano dai propri cari, costretti in appartamenti piccoli o condivisi, in solitudine e affrontando un peso economico a volte insostenibile da soli. Ho aspettato, con pazienza.
E dopo due mesi finalmente il decreto del 4 maggio, con il quale il Presidente del Consiglio dei Ministri estende a tutti i cittadini italiani il diritto di rientro presso la propria residenza, ovunque in Italia. O quasi. Si, perché la Regione Siciliana, pur garantendo apparentemente il rispetto di tale diritto, ha deciso in accordo con il Ministero dei Traporti, di mantenere le medesime misure restrittive di accesso all’isola in atto durante il periodo di lockdown, prorogandole per tutto maggio. Due aerei al giorno che servono sia Milano che Roma (lo stesso aereo fa scalo nella Capitale per caricare altri passeggeri), treni e navi spospese e limitato numero di traghetti accessibili “solo ai pendolari dello Stretto, alle Forze dell’Ordine, agli operatori sanitari e ai soggetti in situazione di grave necessità”.
Questo significa che pur riconoscendo il mio diritto di rientrare a casa, la Regione non mi mette nelle condizioni di farlo. E allora mi rivolgo un po’ di domande.
A cosa è servito un decreto nazionale al riguardo? Perché il Ministero dei Trasporti ha prorogato le restrizioni agli accessi in Sicilia, contravvenendo di fatto a una disposizione del Presidente dei Ministri? Esistono cittadini di serie A di serie B? A cosa serve istituire la quarantena e l’obbligo di tampone per chi rientra se poi i rientri vengono di fatto resi impossibili? Vorrei solo tornare a casa. Non chiedo tanto. Vorrei tornare a sentirmi dire “uè, talè cu c’è. U’ milanisi!”
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