Islamista kosovaro espulso accusa l'Italia di razzismo

Un cittadino kosovaro espulso per radicalismo islamico due giorni fa da Siena accusa le autorità italiane di razzismo. Il 43enne Muhamed Mekaca ha dichiarato ai media albanesi di non far parte di alcuna organizzazione terrorista e di non sostenere l'Isis. A suo dire, la sua espulsione è dovuta al fatto di essere musulmano e al razzismo delle autorità italiane.

Mekaca veniva espulso con provvedimento del Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in quanto sospettato di volersi unire ai jhadisti in Siria ed è risultato indagato per le sue posizioni estremiste, nonchè per i suoi legami con il locale Imam, anch'egli kosovaro e già noto alle autorità. Tra i suoi contatti di Facebook risultano tra l'altro diversi profili con le bandiere nere.

Il centro islamico di riferimento del soggetto in questione era il "Rastelica" di Monteroni d'Arbia, in provincia di Siena; il luogo di culto erà già finito più volte sotto i riflettori dell'anti-terrorismo per aver ospitato predicatori radicali del calibro di Idriz Bilibani e Bilal Bosnic, quest'ultimo attualmente in carcere in Bosnia in quanto accusato di propaganda e reclutamento per l'Isis. Bosnic aveva reclutato almeno tre individui balcanici residenti nel Triveneto, uno dei quali morto in Siria durante i combattimenti.

L'imam del centro islamico "Rastelica", Sead Bajraktar, risultava imparentato con un altro predicatore espulso nell'ottobre del 2017 per radicalismo, tale Idris Idrizovic, originario proprio della città kosovara di Rastelica, dalla quale il centro islamico del senese prende il nome.

Come riportato da Fausto Biloslavo già nel 2015: "Il maggiore Fatos Makolli, che comanda l'antiterrorismo di Pristina, colloca personaggi legati all'Italia come Bajraktar, nella

categoria degli imam che propugnano un islam radicale e fanno il lavaggio del cervello ai giovani".

L'estremismo islamico dei Balcani continua ad essere attivo anche in territorio italiano e la guardia non va dunque abbassata.