Kim e la storia che si ripete

«La guerra di Troia non si farà» fu il titolo che il commediografo francese Jean Giraudoux dette a un suo testo teatrale del 1935. Tutti sappiamo che malgrado gli sforzi diplomatici di Menelao e le sanzioni economiche imposte da Agamennone, la guerra di Troia si fece, eccome. E pochi anni dopo andò in scena anche la seconda guerra mondiale. Oggi ci risiamo e ci chiediamo: si farà o no la (seconda) guerra di Corea con possibile espansione planetaria? Le risposte variano secondo opinioni e secondo il fluire delle informazioni e del tempo. Tuttavia è meglio prepararsi all'idea: il Giappone, più furioso degli Stati Uniti, sta riscrivendo di corsa le sue leggi per poter scatenare un attacco preventivo contro il «rocket man», l'uomo che lancia razzi da Pyongyang. Questa guerra nessuno la vuole ma tutti si preparano a scatenarla e a vincerla, seguendo il mito tedesco del blitzkrieg, la guerra lampo che conquista il mondo in una settimana, ma poi dura sette anni con cinquanta milioni di morti.

Per ora - incredibile ma vero - il pacifista più efficace è proprio Donald Trump che spara parole per fermare il tizio che spara missili.

Un fuggiasco di alto rango dalla Corea del Nord assicura che il prossimo test nucleare sotterraneo sarà quattordici volte più devastante del primo e «spaccherà la terra in due». Finora sono più parole che bombe, ma quanto può durare questa partita sul filo del rasoio? Non più di un mese dicono le fonti militari. Speriamo in un buon Natale, dunque.