«Con l'aiuto del design si può lavorare meglio»

Il presidente di Assufficio, Marco Predari, si dichiara ottimista, afferma che «il Salone di quest'anno è l'inizio di una nuova fase segnata dalla ripresa e da una trasformazione radicale delle soluzioni di arredo». Il settore, però, viene da anni difficili.

Come facciamo a dire che andrà davvero meglio?

«Lo dicono i numeri registrati nei primi mesi del 2015: non cantiamo vittoria, certo, ed è presto anche per diffonderli, ma ci concediamo un cauto ottimismo. Giustificato anche dalla presenza, tra i 127 espositori degli 11.500 metri quadrati del Salone Ufficio, di nomi di altissima qualità: i produttori in questo periodo hanno la molla caricata al massimo».

Che cosa sta facendo Assufficio, in concreto, per dare impulso al settore?

«Prima di tutto promuoviamo l'ampliamento dell'export, l'apertura verso nuovi mercati come l'Iran e la fascia Subsahariana, oltre che gli Stati Uniti. Ma stiamo anche “rinfrescando” i rapporti con i nostri clienti storici: banche, compagnie di assicurazione, società pubbliche: l'obiettivo è puntare a un rinnovamento degli arredi anche alla luce del nuovo concetto di ufficio che lo sviluppo dellìIct rende necessario».

A questo proposito in questi giorni molti progettisti - tra cui Danilo Premoli - fanno notare che nei luoghi di lavoro progettisti e antropologi hanno scarsa voce in capitolo, a favore invece dei responsabili del marketing. Che ne pensa? Si dà «troppo spazio ai numeri e troppo poco ai sogni»?

«Il dibattito sul tema si sta dimostrando vivace, il che è un bene. Non a caso siamo presenti in tutti gli incontri sull'argomento, e intendiamo organizzare altri seminari, anche fuori dal Salone, proprio per favorire la comunicazione tra designer e imprenditori.

È un punto importantissimo per l'ufficio del futuro, anche perché la tecnologia ce lo impone. Fermo restando che dal marketing non si può prescindere del tutto, perché a fine anno si fanno i conti, e chi gestisce un'impresa deve salvaguardare i posti di lavoro».

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