Cronache

L'Arci dei tunisini scomparsi: milioni di euro con i migranti

A Gualdo Cattaneo ancora caccia a 21 stranieri. Non hanno fatto il tampone. Il sindaco: "Chi li ospitava doveva vigilare"

L'Arci dei tunisini scomparsi: milioni di euro con i migranti

Il cancello in ferro battuto, il casale in mattoni di invidiabile bellezza. Le campagne umbre lì intorno. Molti avrebbero volentieri passato una vacanza nell’ex agriturismo “Il Rotolone” di Gualdo Cattaneo. Invece 23 dei 25 migranti tunisini spediti dal ministero hanno deciso di scappare, nonostante l’obbligo di rimanervi per il periodo della quarantena contro il Covid-19. Ventuno di loro sono ancora irreperibili, gli altri quattro saranno presto trasferiti e la struttura verrà chiusa fino a data da destinarsi. Ma mentre le forze dell’ordine continuano a dare la caccia ai fuggitivi, l’attenzione si sposta sul dilemma cui molti stanno cercando di dare risposta: chi avrebbe dovuto controllare? Chi avrebbe dovuto impedire che gli immigrati si allontanassero prima di aver effettuato il tampone?

"Sulla quarantena doveva vigilare chi ospita", dice al Giornale.it il sindaco di Gualdo Cattaneo, Enrico Valentini, che ha rivolto la stessa domanda alle autorità competenti. "Chi ospita ha l’obbligo di mantenere lo standard di sicurezza - ripete il sindaco - Non possono accorgersene solo quando ormai sono fuggiti... ". L'ipotesi, come rivelato ieri dal Giornale.it, è che i migranti possano essere stati aiutati da qualcuno. Pare si siano mossi a piccoli gruppi, un cittadino sostiene di averne visti salire alcuni su un furgone. Il timore ora è che possano entrare in contatto con la folta comunità tunisina umbra: "Molti di loro - spiegava il sindaco - non vivono in maniera non regolare. Sono canali non proprio legali...".

A gestire l’ex agriturismo è Arci Solidarietà Ora d’Aria, associazione “impegnata a difendere ed allargare la sfera dei diritti umani e civili di tutti i cittadini” e a evitare “l'insorgere e lo svilupparsi di qualsiasi forma di intolleranza e razzismo”. L’immobile è stato acquistato nel 2018 all’asta e da allora, dice il sindaco, il centro “è sempre stato aperto”. “L’Arci - spiega - ha aderito a un programma della prefettura per la manifestazione di interesse ad accogliere migranti di flussi programmata”. A settembre, per esempio, ne erano arrivati otto per un percorso di inserimento. E nessuno si era opposto. Ma stavolta è diverso. Di mezzo c’è la questione sanitaria. Certo la prefettura ha fatto sapere che tutti i 21 fuggitivi (due sono stati ritrovati) erano negativi al test sierologico, ma la sicurezza si ha solo con il tampone. E al momento nessuno di loro l’ha fatto.

Era importante non farseli sfuggire.

IlGiornale.it ha cercato tra i documenti della prefettura perugina le informazioni riguardo il bando del 2018 citato dal sindaco. Ora d’Aria risulta tra i partecipanti insieme ad altre associazioni ad una procedura aperta da 23,9 milioni di euro. Di questi, 22 milioni risutano liquidati ma non sono indicate le spese di dettaglio. Maggiori informazioni si trovano invece sul sito dell’Arci. Nel 2019 Ora d’Aria ha partecipato a numerosi programmi finanziati da Regione, prefettura e Comuni vari. Solo per gli Sprar tra Gubbio, Perugia, Panicale e Foligno ha incassato 1,4 milioni di euro, mentre per il progetto Free Life sulle vittime di tratta ha ottenuto 164mila euro dalla Regione. Soldi cui vanno aggiunti gli oltre 11,1 milioni di euro alla voce “convenzione” con la prefettura di Perugia. Visto il committente e la natura dell’associazione, probabilmente si tratta proprio dei fondi destinati all’accoglienza. Abbiamo provato a contattare due volte l’Arci per avere maggiori informazioni, sia sull'entità precisa dell’accordo prefettizio, sia sulle responsabilità di vigilanza ai migranti scappati da Gualdo Cattaneo. Ma alla promessa di essere richiamati, per ora, non è seguito alcuno squillo di telefono.

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