L'assurda vicenda dei jeans italiani bloccati in Turchia

Una nota azienda pugliese ha visto bloccati i suoi capi di abbigliamento a Istanbul dopo il tentato colpo di stato. In ballo merce per decine di migliaia di euro. Rischio perdita della commessa. Il tir è ora in partenza

L'assurda vicenda dei jeans italiani bloccati in Turchia

Cinquemila capi di abbigliamento bloccati in Turchia da sabato scorso. Si tratta dei jeans di una nota marca pugliese, Meltin'Pot, “vittime”, a modo loro, del fallito golpe di venerdì 15 luglio. Da poche ore sembra essersi aperto uno spiraglio. Gli indumenti sono in partenza da Istanbul.

“È merce dal valore commerciale di 70/80mila euro. Sarebbe un danno non poterla distribuire ai nostri clienti sparsi in tutto il mondo”. Così dichiarava in un'intervista rilasciata ad un quotidiano pugliese, Augusto Romano, general manager dell'azienda, spiegando lo stop imposto dalla confusione di questi giorni a Istanbul. Al Giornale.it ha dato la notizia dello sblocco: "Il camion è in partenza, il resto della produzione è negli stabilimenti", dichiarandosi ancora preoccupato per l'esito complessivo della vicenda.

La Meltin'Pot da circa quattro anni, attraverso società terze, produce alcuni modelli di jeans in Turchia. Il golpe di una settimana fa aveva bloccato tutti gli articoli della collezione invernale.

C'è ancora molta confusione sotto il cielo di Erdogan e non si sa quando le attività di import-export con la Turchia torneranno alla completa normalità.

Romano, per tutto il giorno, ha insistito sul danno economico rilevante che avrebbe potuto subire da questa situazione. Il rischio non era solo per la Meltin'Pot, ma anche per qualche centinaio di aziende italiane e pugliesi, in particolare, che si affidano alla manifattura di società terze con sede in Turchia.

Romano ha espresso dubbi sul golpe parlando di “sceneggiata” e si dichiara molto preoccupato. Sperava che il caos finisse nel più breve tempo possibile, ma ora esprime vivissimo timore per una svolta autoritaria: "Non è mai facile fare business con i paesi non liberali".

Il general manager è in continuo contatto con i suoi collaboratori a Istanbul e segue la ripartenza delle attività di distribuzione della merce.

Assurdo pensarlo,

ma se anche solo uno di quei jeans avesse coperto i militari golpisti denudati, umiliati e in manette, anzichè partire per il mondo alla volta dei grandi store internazionali, la storia avrebbe scritto una pagina diversa.

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