
Il Papa è un po' come i genitori, non lo si sceglie ma lo si accetta e rispetta. Robert Francis Prevost è il primo pontefice americano, almeno di nascita, nella storia della Chiesa, in una certa continuità con Francesco ma allo stesso tempo assai diverso è un agostiniano - dal suo predecessore gesuita. Quando alle 18,08 la fumata bianca si è alzata dal comignolo della Sistina un coro quasi unanime ha salutato il ritorno di un Papa italiano, il nome di Parolin è corso di bocca in bocca. Ma ancora una volta (era già successo con il cardinale Scola all'elezione di Bergoglio dodici anni fa) lo Spirito Santo, o chi per lui, ci aveva messo lo zampino. Niente, il successore di Pietro non è, e forse a questo punto mai più sarà, italiano, e neppure europeo, nemmeno conservatore, bensì un progressista missionario d'oltre oceano. Non sono andati a prenderlo «dall'altra parte del mondo» come il suo predecessore bensì nel cuore del mondo, quell'America scossa dal ciclone Trump verso cui il neo Papa non prova né simpatia né stima, al punto che la sua nomina potrebbe essere stata decisa proprio per riequilibrare, in Occidente e tra l'Occidente e il resto del mondo, le politiche dell'irruente presidente americano. Dicono sia stata una scelta di mediazione ma il nome scelto, Leone XIV, riporta a uno dei papi, Leone XIII, tra i più innovatori e rivoluzionari nella storia della Chiesa. Certamente ha la competenza e l'età, 69 anni, per aprire una nuova era, e il fatto che sia americano è un fattore con cui altrettanto certamente tutti i grandi del mondo dovranno fare i conti. La domanda, che al momento non può avere risposte certe, è: già, ma quale era? L'unica ipotesi che si può abbozzare è che non sarà una Chiesa euro centrica. Può essere che questo per i credenti sia un bene, geopoliticamente è un'occasione persa, certo non aiuta come avremmo sperato il Vecchio continente a ricucire le non poche ferite che l'hanno reso debole e quindi fragile.
Detto questo, Leone l'americano sarà sicuramente anche il nostro Papa, e come ha fatto lui tra le mura della Cappella Sistina, ci affidiamo allo Spirito Santo. Perché a guardarsi in giro, in Europa e nel mondo, non vediamo altri appigli sicuri.
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