Le lettere, gli ovali, la rimozione: chi c'è dietro la morte della piccola Diana

Alessia Pifferi ha scritto due lettere dal carcere dove è rinchiusa per aver fatto morire di stente la figlia. Ecco cosa rivela l'analisi grafologica sulla sua firma

Le lettere, gli ovali, la rimozione: chi c'è dietro la morte della piccola Diana

Dalla scrittura e dalla firma di Alessia Pifferi (clicca qui) emerge una personalità apparentemente nella norma. Ella è senz’altro persona estroversa e bisognosa di spazi adeguati a poter esprimere se stessa, con tutte le sue ambizioni.

Tuttavia, nelle lettere a me sottoposte si notano alcune cancellature anomale, indice di aggressività di fronte ad impegni che possano interferire sulla sua vita. Ciò viene evidenziato anche da una pressione irregolare, come si può ben cogliere negli ovali delle lettere “a” e “o”; essi mettono in evidenza una carica pressoria irregolare, indice, a sua volta, di una notevole emotività che ella fatica a controllare. Lo si vede anche nella firma, dove il nome risulta poco leggibile e gli si rileva uno stacco anomalo all’interno del cognome (“Pi…fferi”).

Ecco ciò che afferma in una lettera: “Ho semplicemente detto che è molto difficile fare una propria vita con un figlio piccolo, ancora di più essendo una ragazza madre”.

Oltre ciò da lei dichiarato, la grafia evidenzia una carica energetica disordinata che l’ha portata ad un mancato controllo sul mondo delle emozioni, dando spazio a pulsioni incontrollate. L’ondeggiamento del rigo di base, che si nota nella grafia, anche su un foglio quadrettato, indica alternanza d’umore ed instabilità di comportamento.

La Pifferi possiede un’intelligenza pratica e dotata di un pensiero concreto basato sull’immediato; è del tutto incapace di giudizio, di verifica e di controllo per cui le scelte in lei sono dettate dall’impulso e non da un ragionamento logico, con le conseguenze che necessariamente ne derivano.

Pertanto, ella abitualmente adotta, se pur inconsapevolmente, il meccanismo di difesa definito dalla psicanalisi “rimozione”: vale a dire che ad Alessia, anche ripensandoci, sembra impossibile aver

volutamente lasciato morire la piccina.

Forse le difficoltà che ha incontrato nella vita le hanno impedito di vivere secondo schemi immaginati e sognati, troncati invece dalla presenza di una maternità non proprio desiderata.

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