Cronache

L'hamburger del fast food più "sano" del Parma Dop: così il Nutriscore uccide il Made in Italy

Nei fast food francesi il Nutriscore assegna il "semaforo verde" ai panini con carne fritta e salse. Ma al supermercato il prosciutto di Parma è bollato con la "D" arancione

L'hamburger del fast food più "sano" del Parma Dop: così il Nutriscore uccide il Made in Italy

Un panino con la cotoletta di pollo o di pesce, fritta con oli industriali, e accompagnata con salse varie è considerato più "sano" di una fetta di prosciutto di Parma. Succede in Francia, dove il Nutriscore, il sistema di etichettatura ideato dal nutrizionista Serge Hercberg, ormai è sbarcato anche nei fast food. Nel menù di una delle più note catene i semafori "verdi" per i panini a base di carne bianca e pesce si sprecano. Al massimo c’è qualche giallo, ma solo per quelli con la carne rossa e i formaggi. Niente, però, in confronto alla "D" arancione che si trova stampata sulle confezioni di prosciutto crudo in vendita al supermercato.

Ma come è possibile che un prodotto d’eccellenza mono-ingrediente come il Parma Dop, che tutto il mondo ci invidia, possa essere meno salutare di un sandwich con all’interno una cotoletta preparata in serie e alla velocità della luce? La contraddizione del sistema di etichettatura che qualcuno vorrebbe estendere a livello europeo è tutta qui. Ma non è finita. Facendo un giro tra gli scaffali degli stessi supermercati francesi si scopre che anche l’olio extravergine d’oliva è bollato come "arancione", a differenza degli hamburger industriali, contrassegnati con la "C" gialla. Lo stesso vale per il Parmigiano. Un altro paradosso: il simbolo della dieta Mediterranea, ricco di antiossidanti e polifenoli preziosi per la salute umana, viene declassato rispetto ad un cibo con una lista di ingredienti pressoché infinita.

Il problema del Nutriscore, su cui il governo italiano, assieme ad un folto gruppo di Paesi, sta conducendo una battaglia a livello europeo in vista dell’adozione del nuovo regolamento comunitario sull’etichettatura degli alimenti, è che prende in considerazione i valori nutrizionali per 100 grammi di prodotto. L’algoritmo, inoltre, non distingue, ad esempio, i grassi pericolosi da quelli sani, come appunto l’olio d’oliva, e finisce così per premiare i cibi ultra-processati. "Si tratta di un sistema fuorviante e discriminatorio che paradossalmente ha l'effetto di escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole, per favorire prodotti di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta", denuncia l’eurodeputata della Lega, Silvia Sardone.

Il pericolo, secondo la leghista che ha sollevato il caso dei panini con il "semaforo verde" e che si favorisca la diffusione di "prodotti simbolo di stili di vita alimentari squilibrati", penalizzando "alimenti sanissimi che sono cardine della dieta mediterranea, patrimonio culturale dell’Unesco e per il quinto anno consecutivo considerata la dieta migliore a livello globale dagli esperti".

"Continueremo a difendere, con impegno e passione, i nostri prodotti che sono un’eccellenza da tutelare", ha aggiunto Sardone, che promette battaglia in Parlamento per evitare che il Nutriscore arrivi anche nei supermercati italiani.

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