"La libertà torna a rischio. Solo il siero ci protegge"

L'epidemiologa Carla Ancona: "Su i casi tra bimbi under 12 e i 90enni con la copertura in scadenza"

"La libertà torna a rischio. Solo il siero ci protegge"

L'indice dei contagi è in aumento in alcune Regioni più che in altre. E in certe categorie più che in altre. Lo spartiacque, a quanto pare, non è fra vaccinati e non vaccinati. O meglio, la platea dei non vaccinati ha fatto in modo che il virus riprendesse a circolare colpendo gli anziani fragili e i bambini. A spiegarci cosa è emerso dal report settimanale dell'Aie, associazione nazionale di epidemiologia, è la vicepresidente Carla Ancona, del dipartimento di Epidemiologia del servizio sanitario regionale del Lazio.

L'aumento dell'incidenza dei contagi non è uniforme in tutte le Regioni e in tutte le fasce d'età.

«Analizzando i dati ci siamo resi conto che in Emilia Romagna, nella provincia autonoma di Trento e nelle Marche l'aumento dei contagi è principalmente a carico degli ultra 90enni. Invece in Piemonte, Veneto e in Campania è dovuto a un incremento dei casi tra i giovanissimi, tra i sei e i 13 anni».

Come mai?

«Il virus colpisce gli over 90 con la copertura vaccinale in scadenza. Per questo è importante anticipare i tempi della terza dose e velocizzare le somministrazioni dei richiami, altrimenti viene meno lo scudo anti virus della fascia di popolazione più fragile».

E tra i bambini cosa sta accadendo?

«Fortunatamente non riscontriamo nessuna variante nuova che colpisce i giovanissimi. Ma ovviamente gli under 12 anni sono un bersaglio del virus poiché non sono ancora protetti dal vaccino. Tra di loro non si verificano casi gravi se non quando sono presenti altre patologie, ma un contagio tra i bambini di elementari e medie significa: quarantena per tutta la classe, tamponi su tamponi, disagi per numerose famiglie e veicolo per altri contagi».

Quindi l'aumento dei casi non è dovuto solo all'aumento dei tamponi tra i non vaccinati.

«No. I giovanissimi e gli anziani non sono il target del green pass. Questo ci dice che l'aumento dell'incidenza è reale, non solo dovuto al maggior numero di tamponi».

Cosa si può fare per contenere i numeri?

«I numeri purtroppo aumenteranno. Da 44 casi ogni 100mila abitanti, siamo passati a 50. L'Rt è superiore all'uno. L'incidenza sta crescendo dal 24 settembre. Detto questo, sappiamo che la soluzione sono i vaccini ed è più che mai importante far capire a chi non lo ha ancora fatto quanto sia importante provvedere alla vaccinazione. Non solo per se stessi ma anche per gli altri. Dobbiamo muoverci».

Altrimenti?

«Altrimenti è a rischio la nostra conquistata libertà. Dobbiamo tenercela cara. Se c'è una frangia di popolazione - ahimè 7 milioni di persone - che pensa di continuare a vivere normalmente senza vaccino, purtroppo si sbaglia di grosso. Se vogliamo continuare a tenere le scuole e le attività aperte, non dobbiamo mollare proprio adesso. Teniamo addosso la mascherina, apriamo le finestre di aule e uffici per far circolare l'aria».

Sarà un inverno difficile?

«Comincia quella che il residente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha più volte definito 'la fase della convivenza' con il virus. Se non ci vacciniamo e se allentiamo le misure anti contagio, allora diamo al virus il tempo di mutare e ci troveremo ad affrontare un nuovo problema».

A proposito di mutazioni, come

procedono i tracciamenti?

«Da settembre stiamo lavorando al progetto sui tracciamenti e le cose funzionano. Abbiamo messo a punto una metodologia comune a tutte le regioni, che è il primo passo per lavorare in modo coordinato».

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