Coronavirus

L'Italia del virus come in guerra. Mai tanti morti dal 1944

Certo che 700mila morti è un numero infernale ed evocativo, perché ricordiamo che quello è anche il numero dei morti dell'Italia per la Seconda guerra mondiale

L'Italia del virus come in guerra. Mai tanti morti dal 1944

Certo che 700mila morti è un numero infernale ed evocativo, perché ricordiamo che quello è anche il numero dei morti dell'Italia per la Seconda guerra mondiale. E sappiamo bene che la quantità di italiani finiti sottoterra o in cenere in questo dannato 2020, è eccezionale soltanto per la quota aggiuntiva che dipende dal Coronavirus. Il numero dei decessi annui viaggia normalmente intorno ai 600mila, tutti da cause naturali che nella statistica comprendono anche suicidi, omicidi e incidenti. La statistica è una scienza paradossale perché non fa sconti ma crea illusioni, come spiegò il poeta Trilussa rivelando che il consumo medio settimanale di un pollo a testa, dipende dal fatto che se ci sono quelli che di polli ne mangiano due, altrettanti restano a digiuno. Ma il fatto che siamo arrivati a quota 700mila morti è strettamente connessa al virus, a dispetto di tutti coloro che inizialmente cercavano di spacciare il Covid per una influenza «come tutte le altre». In realtà l'Italia del 2020 ha avuto le perdite di vite umane causate dall'influenza comune, ma in più ha subito finora 65mila morti da Covid, quasi sempre anziani morti di polmonite bilaterale. Sappiamo anche che questa annataccia non finirà soltanto con la fine della strage, ma quando saremo in grado di rimetterci in piedi. Ciò vale anche per Paesi come gli Stati Uniti, come spiega Warren Buffett, chiamato l'oracolo di Obama». Anche noi profani vediamo ad occhio nudo e dalle saracinesche abbassate che riprenderci dalla legnata richiederà uno sforzo simile, se non superiore a quello che ci servì per rialzarci dopo il 1945 quando l'Italia si trovò al momento più basso della sua economia e della sua vitalità sia fisica che morale. Oggi non siamo forse a quel livello, specialmente se il vaccino arriverà alla svelta e non con i ritardi preannunciati (a Londra già adesso stanno vaccinando, mentre da noi mancano anche le siringhe) ma saremo in ginocchio per molto tempo e in condizioni peggiori rispetto agli altri Paesi europei. Non dimentichiamo infatti che l'Italia resta quello che ha avuto il risultato peggiore di tutti i Paesi civili quanto a percentuale di morti, che sono più di quelli degli Stati Uniti, Paese che comunque ha prodotto i vaccini. Noi, con 60 milioni di abitanti, viaggiamo oggi verso i 70mila morti per Natale, mentre gli Usa, con 330 milioni di abitanti hanno appena superato i 300mila morti, meno di mille per milione. È una contabilità orrenda, ma è arrivato il momento di fare i conti. La cosa che colpisce di più infatti non è il numero dei morti in assoluto ma il numero di chi poteva essere salvato e invece ci ha lasciato la pelle per la sciagurata gestione politica dell'epidemia. È bene ricordare che il governo italiano non è stato mai lodato o portato ad esempio dagli altri governi, ma soltanto dall'Oms che è un'agenzia delle Nazioni unite sotto controllo cinese. Altra storia è l'eroismo di tanti nostri medici e infermieri caduti nella strage.

Non ricordiamo di aver visto uno dei nostri governanti piangere, come è successo alla cancelliera Angela Merkel nel giorno in cui in Germania sono caduti per la prima volta 500 tedeschi.

Da noi nessuno dei responsabili piange, ma cerca semmai di diffondere nebbia e disinformazione per nascondere la strage nella strage, quella che poteva essere evitata e che è tuttora in crescita.

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