'Brinderemo all'alluvione'. Livorno, fermato ex capo della protezione civile

Accusato di truffa e turbativa d'asta, nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione del 2017

'Brinderemo all'alluvione'. Livorno, fermato ex capo della protezione civile

C'era già chi era pronto col bicchiere in una mano e la bottiglia di spumante nell'altra, pensando ai soldi che avrebbe guadagnato dai lavori in seguito all'alluvione che ha colpito Livorno nel 2017.

Questa mattina, la polizia ha dato esecuzione a due provvedimenti di misure cautelari a un ex coordinatore della protezione civile del Comune di Livorno, Riccardo Stefanini, e di un imprenditore locale, Emanuele Fiaschi, titolare della Tecnospurghi: entrambi sono stati sottoposto agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico. Inoltre a un rappresentante commerciale di una società di Roma, Nicoletta Frugoli, è stato interdetto l'esercizio di qualsiasi ufficio direttivo e di rappresentanza. I reati contestati a vario titolo sono truffa ai danni dello Stato e turbativa d’asta.

Nel corso delle indagini, partite proprio dall'alluvione del 2017, che era costato la vita a otto persone, sono stati sentiti numerosi testimoni ed effettuate diverse perquisizioni. Gli inquirenti accusano Stefanini di aver compiuto "gravi irregolarità" nel calcolare i costi degli interventi di Tecnospurghi: "Avrebbe in sostanza aumentato artificiosamente orari e mezzi impiegati dalla ditta, gonfiando per migliaia di euro le spese sostenute dal Comune di Livorno". In realtà, l'opera di spargimento sale era stata eseguita da un volontario, che aveva estinto le spese a suo carico.

Inoltre, dall'indagine sono emersi elementi che confermano il reato di turbativa d'asta, a carico di Stefanini, Fiaschi e Frugoli, che avrebbero truccato le gare di appalto: l'ex coordinatore della protezione civile pilotava le procedure, così da far vincere i propri complici.

In più, nelle intercettazioni che hanno portato all'arresto dei tre, alcuni imprenditori affermavano: "Brinderemo all'alluvione".

In un'altra conversazione, poi, Stefanini avrebbe detto: "Ci s'ha otto morti sulla coscienza, non dobbiamo avere un disservizio", riferendosi all'esclusione di una ditta dalla gara di appalto per macchine spargisale.

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