Coronavirus

Lombardia allo stremo: "Al governo chiederemo di chiudere tutto"

L'assessore Gallera lancia l'allarme: "Siamo ancora di fronte a numeri enormi, gli ospedali ormai sono veramente al limite"

Lombardia allo stremo: "Al governo chiederemo di chiudere tutto"

Negozi, uffici pubblici, aziende non coinvolte nei servizi essenziali e sport all'aperto: la Lombardia chiede di chiudere tutto. "È un sacrificio? Certo, ma non ci sono altre strade". La linea traccia da Giulio Gallera nell'ambito della lotta al Coronavirus è chiara: sicuramente negli ultimi giorni vi è stata una lieve flessione, ma in Regione i decessi continuano ad aumentare. Tra oggi e domani verrà formulata una proposta sulla base della curva dei dati: "Siamo ancora di fronte a numeri enormi, a ospedali allo stremo, al limite: non arrivano più solo anziani, ma persone di 50, 40 anni". Tanto che Guido Bertolaso, nominato consulente del presidente Attilio Fontana, è rimasto sorpreso: "Mi ha detto che una situazione del genere non l'avrebbe mai immaginata".

L'assessore al Welfare della Regione Lombardia, dopo aver chiesto una chiusura totale, è stato sommerso di telefonate da parte di amici e imprenditori che avevano espresso la loro contrarietà, ma ora molte aziende - presa coscienza della gravità della situazione - stanno chiudendo senza che siano obbligate. Perciò, qualora le condizioni non dovessero migliorare, al governo verrà fatta "una nuova proposta, partendo da quanto già chiesto".

"Ci voleva più coraggio"

In molti sostengono che in giro "c'è ancora troppa gente": la Regione ha pertanto attivato una tecnologia, in collaborazione con le compagnie telefoniche di rete mobile, che si basa sulla lettura delle celle telefoniche a cui si agganciano i telefonini. Una mossa per stanare i furbetti che Gallera, in occasione dell'intervista rilasciata a La Repubblica, rivendica: "Non viene violata la privacy. Il punto è che quattro persone su dieci in Lombardia, nonostante le restrizioni, ancora escono, si spostano di quartiere in quartiere o da una provincia all'altra". Lui ha un figlio di 15 anni e ha ammesso quanto sia difficile impedire ai ragazzi di uscire di casa: "So che stiamo chiedendo un sacrificio grosso, ma purtroppo non ci sono alternative".

Sostiene la necessità di misure più restrittive. Probabilmente nei giorni scorsi ci voleva più coraggio nelle decisioni intraprese: "Alcune nostre richieste sono state edulcorate dal governo. Ma è anche vero che ci siamo trovati, tutti, di fronte a una situazione che nessuno avrebbe immaginato". Infine ha sottolineato come siano state fatte scelte importanti, ma ciò non esclude che ne servano altre: "Non voglio fare fughe in avanti, ma serve capire come dare risposte efficaci per fermare l'epidemia.

Che va ancora avanti".

Commenti