L'ong Sea Watch torna all'attacco: "Berlino colpevole come Italia"

L'ong tedesca chiede alla Germania di accogliere i 32 migranti che si trovano sulla nave altrimenti "è responsabile della gente che muore in mare al pari dei Paesi che bloccano i porti"

L'ong Sea Watch torna all'attacco: "Berlino colpevole come Italia"

La ong tedesca Sea Watch lo scorso 22 dicembre ha soccorso in acque internazionali 32 migranti che viaggiavano a bordo di un gommone a circa 27 miglia nautiche dalla costa libica di Sabratah.

Sea Watch ha definito quel gommone "inadatto al mare" e per questo è andato in aiuto agli immigrati. A bordo della nave, quindi, si trovano 32 profughi e fra questi ci sono anche tre bambini e tre minori non accompagnati. Immediatamente, la ong con base a Berlino ha chiesto un porto sicuro a Malta (che ha rifiutato) e all'Italia (che a rifiutato a sua volta). Da qui sono iniziati gli attacchi ai Paesi europei e alla politica giallo verde. E visto che nessun governo ha ceduto a Sea Watch, la ong tedesca ha chiesto alla propria base di intervenire. Lo ha chiesto a più riprese, sfidandola pure: "Ci serve un porto sicuro per queste persone, la Germania trovi una soluzione al più presto".

La soluzione, secondo il portavoce della ong Ruben Neugebauer, sarebbe quella di far sbarcare i migranti in un porto malteste o italiano per poi trasferirli in Germania. "I Paesi ignorano la legge del mare", ha detto il portavoce della Sea Watch, affermando che Horst Seehofer, il ministro dell'Interno tedesco, "è responsabile della gente che muore in mare al pari dei Paesi che bloccano i porti". "I migranti e il nostro equipaggio - continua -sono stati lasciati in mare per sei giorni, compreso Natale. È inaccettabile".

Il portavoce della ong,

quindi, torna all'attacco della Germania e la paragona a Malta e Italia che hanno chiuso i loro porti. Il ministro dell'interno tedesco, ha continuato il portavoce di Sea Watch, "deve mostrare se è uno statista o un incapace".

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