Un atestimonianza ignorata dai giudici potrebbe scagionare Veronica Panarello dall'accusa di omicido di suo figlio Loris. Nelle carte dell'ordinanza del Tribunale del Riesame di Catania che ha confermato la misura della custodia cautelare in carcere per Veronica, c'è una testimonianza chiave che colloca la donna in un altro luogo proprio nel momento dell'omicidio. Scorrendo le carte, come ricorda Panorama, viene riportata la testimonianza della signora Giovanna Portelli. La donna racconta cosa ha visto la mattina del 29 novembre alle 9,15, proprio nei momenti in cui Loris è stato ucciso e poi gettato nel canalone. Parla di un’auto di colore grigio chiaro, un vecchio modello squadrato simile a una vecchia Lancia delta, secondo modello, che imbocca la strada del vecchio mulino a forte velocità con una manovra talmente azzardata che la signora Portelli teme possa essere successo qualcosa di grave. Le sue parole vengono riportate nell’ordinanza, ma i giudici le liquidano così: “In difetto di qualunque collegamento in atti con i fatti con cui si procede, non sono idonee a scalfire il significato gravemente indiziante nei confronti dell’indagata”.
Insomma a quanto pare per i magistrati quell'auto che sfrecciava a tutta velocità vicino al luogo dove è stato ritrovato il copro di Loris non ha meritato un approfondimento investigativo. A far riflettere è proprio l'orario riportato dalla donna ovvero tra le 9 e le 10.
Proprio lo stesso lasso di tempo che inchioda Veronica alle riprese delle videocamere di sorveglianza che mostrano il suo passaggio a bordo di una golf scura. L'assassina per il momento per la procura resta la mamma. Ma i legali sono pronti a dar battaglia recuperando anche questa testimonianza "perduta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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