Cronache

Mafia Capitale, pm chiede 28 anni per Carminati e 26 anni per Buzzi

Sono state chieste dalla procura le condanne per gli imputati nel processo di Mafia Capitale: chiesti 28 anni per Carminati e 26 e 3 mesi per Buzzi

Mafia Capitale, pm chiede 28 anni per Carminati e 26 anni per Buzzi

Sono state richieste dalla procura questo pomeriggio le condanne per i 46 imputati nell'ambito del processo Mafia Capitale.

I pm hanno chiesto di condannare Carminati e Buzzi rispettivamente a 28 e 26 anni e 3 mesi. Per quanto riguarda l'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio Luca Gramazio sono stati richiesti 19 anni e 6 mesi. Sono invece 21 gli anni richiesti per l'ex amministratore delegato di Ama Franco Panzironi. Secondo la ricostruzione della procura, Gramazio e Panzironi erano a servizio dell'associazione criminale di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi e sfruttavano le rispettive posizioni per favorire il sodalizio.

La richiesta della procura di Roma è arrivata al termine del quarto giorno di requisitoria del procuratore aggiunto Paolo Ielo e dei pm Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini, dopo 16 mesi di processo che si tiene dal dicembre del 2015 nell'aula bunker di Rebibbia, a Roma. "Gli appalti della pubblica amministrazione sono stati gestiti come fette di una caciotta, un qualcosa da spartire e non certo facendo attenzione al bene comune", aveva detto Ielo. "In questa storia, in nome dell'emergenza si è passati troppe volte sopra le regole", ha sottolineato il pm riferendosi alla gestione delle gare pubbliche.

Negli anni, secondo la procura, il gruppo capitanato dall'ex Nar Massimo Carminati, che in origine aveva stretti legami con la banda della Magliana, sarebbe cresciuto diventando più potente e ampliando il proprio raggio d'azione da gruppo criminale dedito all'estorsione, a organizzazione che si occupa del controllo di attività economiche, appalti e commesse pubbliche. A quel punto sarebbero scattati i legami con Salvatore Buzzi e, attraverso le coop dell'imprenditore, con la pubblica amministrazione romana: l'associazione sarebbe ulteriormente cresciuta, sostiene l'accusa, arrivando a condizionare politica e amministrazioni, senza però mai abbandonare la strada originaria, della violenza, dell'estorsione e dell'usura, perché da quella, sostengono i pm, trae forza la "nuova mafia", proprio come quelle "tradizionali".

Gli stessi pubblici ministeri hanno sollecitato ai giudici della decima sezione penale la condanna degli altri 44 imputati finiti a processo.

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