Ferrara, dimesso dall'ospedale morì dopo 10 giorni ​per sospetta legionella. La famiglia: "Vogliamo la verità"

La famiglia Catozzi, dopo aver perso il 70enne Giuliano, annuncia: "Ci affidiamo alle indagini degli inquirenti, ma arrivati a questo punto chiediamo che venga fatta chiarezza"

Ferrara, dimesso dall'ospedale morì dopo 10 giorni ​per sospetta legionella. La famiglia: "Vogliamo la verità"

Sabrina e Gianni Catozzi non si arrendono e chiedono giustizia per la morte di Giuliano, un 70enne che nel 2015 doveva essere dimesso dall'ospedale di Ferrara ma è morto dopo circa dieci giorni per sospetta legionella. Figlia e fratello del defunto, con l'obiettivo di scovare la verità, si sono rivolti immediatamente al Comitato vittime della pubblica amministrazione, inconsci che da quel punto avrebbe atteso loro un calvario interminabile. I parenti della vittima - con la collaborazione del portavoce del comitato Aldo Ferrante e l’avvocato Vasco Sisti - nella giornata di ieri hanno deciso di denunciare la loro odissea giudiziaria.

La vicenda

Il signor Catozzi è stato ricoverato verso metà giugno di quattro anni fa, per poi risultare negativo alla legionella. Tuttavia, nel corso dei successivi giorni, gli esami hanno evidenziato la presenza di tale malattia: immediata è stata la reazione dei medici, che hanno deciso di intervenire tempestivamente nel bagno della camera del paziente. L'8 agosto è arrivata la notizia che ha spiazzato tutti: Giuliano è morto. A tal punto la famiglia ha avviato il primo esposto, precisamente una "querela contro ignoti che chiedeva alla procura di fare luce sulle cause del decesso", afferma il legale. Ed è proprio da qui che sono iniziate le complicazioni. Del fasciscolo se ne occupa il sostituto procuratore Ciro Alberto Savino, aiutato da Massimo Montisci e Saverio Parisi per spiegare le cause del decesso. Nel frattempo, però, Sisti rileva altri problemi: "Il fascicolo peritale redatto dal professor Montisci, ad un certo punto, scambia il nome del nostro defunto con quello di un altro uomo deceduto a Padova e scompaiono i reperti anatomici consegnati da via Mentessi al consulente". Parte allora una seconda querela, alla quale Montisci - a detta di Ferrante - "non ha risposto".

Il portavoce del comitato tiene comunque a sottolineare che a Ferrara vi è un analogo caso giudiziario e conclude così la propria posizione: "Ci affidiamo alle indagini degli inquirenti ma arrivati a questo punto chiediamo che venga fatta chiarezza".

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