"Malato di Sla ma credente, non voleva staccare le macchine"

Parla il parroco di Dino Bettamin, il malato di Sla morto in sedazione profonda

"Malato di Sla ma credente, non voleva staccare le macchine"

"Ha sofferto moltissimo. Un uomo di fede, coraggioso, che ha sempre combattuto, ma l'aggravarsi della malattia e la fatica di quest'ultimo tempo l'ha portato a chiedere di essere lasciato partire verso la casa del Signore. La sua volontà era di non staccare la spina ma di essere lasciato alla volontà di Dio. Voleva essere addormentato per poter lasciare spazio alla volontà del Signore".

A parlare è don Antonio Genovese, parroco del Duomo di Montebelluna (Treviso), che a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, ha raccontato gli ultimi momenti di vita di Dino Bettamin, il malato di Sla morto in sedazione profonda.

Don Genovese conosceva bene Bettamin e l'ha seguito anche in ospedale."Non sono state staccate le macchine", ha raccontato, "Le flebo erano in funzione e anche il respiratore è stato staccato solo dopo un'ora dalla morte. Ha fatto ricorso alle cure palliative come previsto dalla legge".

"La sua malattia era diventata sempre più difficile", spiega ancora il parroco, "Era sempre accompagnato dalla moglie, dai figli, dalle persone care. Ha sempre combattuto. Era un uomo fiero, sempre con il sorriso: non lo ho mai sentito lamentarsi. Un coraggio indomito legato alla fede e all'affetto dei suoi cari. Ricordo che tre domeniche fa mi era venuto a trovare in canonica con il suo solito sorriso. Era attaccato profondamente alla vita, ma contemporaneamente era consapevole di partecipare al mistero della Croce di Cristo.

La sua malattia l'ha vissuta con sobrietà, questo descrive bene la grandezza di quest'uomo. Non è vero che voleva staccare la spina. Ha vissuto con coraggio questa malattia ma nell'ultimo periodo era arrivata un po' di stanchezza".

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