"Temevo diventasse un killer". Madre uccide il figlio di 5 anni

La mamma 35enne temeva che il suo bambino fosse destinato a divenire "il prossimo Ted Bundy o Jeffrey Dahmer"

"Temevo diventasse un killer". Madre uccide il figlio di 5 anni
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Una mamma 35enne americana, di nome Danielle Dauphinais, è stata incriminata lunedì scorso con l'accusa di avere ucciso il figlio di 5 anni, il cui cadavere era stato rinvenuto il 23 ottobre 2021 nel Massachusetts, poiché lei temeva, in base a prove venute alla luce in questi giorni, che il bambino, di nome Elijah Lewis, fosse destinato a divenire "un serial killer". La donna, residente nello Stato del New Hampshire, era stata arrestata sei giorni prima del ritrovamento del corpo senza vita del piccolo, al termine di indagini che la polizia locale aveva avviato il 14 ottobre, ossia appena era stata denunciata la scomparsa di Elijah.

La macabra scoperta del cadavere del minorenne aveva avuto luogo all'interno di una fossa poco profonda, tra gli alberi dell'Ames Nowell State Park, riserva naturale del Massachusetts. Sul corpo del bambino, i soccorritori hanno rilevato "ferite orribili" al viso e al cuoio capelluto, per poi stabilire, in seguito all'autopsia, che la vittima sarebbe stata uccisa, oltre che da violenze ripetute, anche dalla malnutrizione, dalla mancanza di tempestivi soccorsi e da "avvelenamento da fentanil".

A peggiorare la posizione processuale della 35enne stanno contribuendo alcuni messaggi, dal contenuto raccapricciante, da lei pubblicati nei mesi scorsi tramite l'applicazione Snapchat e rilanciati di recente dai media locali. In questi post, la Dauphinais, sfogandosi con un'amica, si era lamentata del comportamento del figlio ed era arrivata a paragonare il bimbo di 5 anni a "un serial killer", dicendo che il comportamento del piccolo era diventato "ingestibile". In quegli stessi messaggi, la madre aveva quindi sostenuto che Elijah sarebbe diventato "il prossimo Ted Bundy o Jeffrey Dahmer", ossia un emulo di due assassini che hanno sconvolto l'opinione pubblica Usa tra gli anni '70 e '90. La 35enne aveva allora affermato: "È così triste ma non ho alcun legame con questo bambino. Voglio che se ne vada".

Oltre alla donna, alla sbarra per la morte del bambino è finito anche il fidanzato 30enne di lei, accusato

non di avere materialmente perpetrato violenze sul piccolo, bensì di avere chiesto a diverse persone di mentire sulle condizioni di vita di Elijah qualore queste fossero state interrogate dalla polizia e dai soccorritori.

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