Strage a Manchester

Manchester, Negri: "Guru religiosi e politici dicano ​che è solo guerra di religione"

L'ultimo monito del vescovo tradizionalista, monsignor Luigi Negri, dopo la strage di Manchester: "Figli miei, siete morti così, quasi senza ragioni come avevate vissuto. Pregherò per voi"

Manchester, Negri: "Guru religiosi e politici dicano ​che è solo guerra di religione"

Una lettera che profuma di testamento spirituale e pastorale. L'ennesimo monito di un vescovo che non si è mai accontentato di restare rinchiuso nella bella (e provinciale) Ferrara, nelle retrovie di una società che oggi più di ieri chiede ai pastori della Chiesa di indicare una via. Monsignor Luigi Negri da qualche tempo è in pensione e papa Francesco non gli ha proprogato l'incarico. Troppo scomodo, questo monsignore critico verso matrimoni gay, accoglienza indiscriminata dei migranti e rapporti con l'islam. La strage di Manchester, dove 22 ragazzi e bambini sono morti sotto i chiodi esplosi dalla bomba di un jihadista, ha dato l'occasione a Negri per tornare a chiedere ai cristiani di aprire gli occhi sull'islam e sulla pochezza dei governanti europei.

"Carissimi figli - scrive il vescovo di Ferrara, rivolgendosi alle giovani vittime di Manchester- mi sento di chiamarvi così anche se non vi conosco. Ma nelle lunghe ore di insonnia che hanno seguito l’annuncio di questo terribile attentato, in cui molti di voi hanno perso la vita e molti sono rimasti feriti, vi ho sentiti legati a me in un modo speciale. Siete venuti al mondo, molte volte neanche desiderati, e nessuno vi ha dato delle 'ragioni adeguate per vivere'". E invece l'Europa ha inculcato nella mente dei ragazzi "due grandi principi" negativi: "Che potete fare quello che volete perché ogni vostro desiderio è un diritto; e l’importanza di avere il maggior numero di beni di consumo". In tutto questo, ammonisce Negri, "si sono solo dimenticati di dirvi che c’è il Male. E il Male è una persona, non è una serie di forze o di energie. È una persona. Questa persona s’è acquattata lì durante il vostro concerto. E l’ala terribile della morte che porta con sé vi ha ghermito. Figli miei, siete morti così, quasi senza ragioni come avevate vissuto".

La lettera, pubblicata su La Bussola Quotidiana, prosegue con un duro attacco contro i potenti, quelle autorità che si stracciano le vesti dopo ogni attentato, che si lavano la coscienza con "ottimi funerali" ma sono incapaci di "reagire". Parole che meritano di essere lette senza eccessivi interventi del cronista: "Non preoccupatevi - dice ironicamente Negri - non vi hanno aiutato a vivere ma vi faranno un "ottimo" funerale in cui si esprimerà al massimo questa bolsa retorica laicista con tutte le autorità presenti (purtroppo anche quelle religiose) in piedi, silenziose. Naturalmente i vostri funerali saranno fatti all’aria aperta, anche per quelli che credono, perché ormai l’unico tempio è la natura. Robespierre riderebbe perché neanche lui è arrivato a questa fantasia. Del resto nelle chiese non si fanno più funerali perché, come dice acutamente il cardinale Sarah, nelle chiese cattoliche ormai si celebrano i funerali di Dio. Non dimenticheranno di mettervi sui marciapiedi i vostri peluche, i ricordi della vostra infanzia, della vostra prima giovinezza. E poi tutto sarà archiviato nella retorica di chi non ha niente da dire di fronte alle tragedie perché non ha niente da dire di fronte alla vita".

Infine, l'affondo contro chi non capisce che l'islam è il fondamento della violenza jihadista. L'orrore di Manchester non è solo una "deriva" integralista, ma il prodotto dei discorsi d'odio di una "religione che teorizza la violenza". "Io spero che almeno qualcuno di questi guru culturali, politici e religiosi - scrive il vescovo - in questa situazione trattenga le parole e non ci investa con i soliti discorsi per dire che 'non è una guerra di religione', che 'la religione per sua natura è aperta al dialogo e alla comprensione'. Ecco, io mi auguro che ci sia un momento silenzioso di rispetto. Innanzitutto per le vostre vite falciate dall’odio del demonio, ma anche per la verità. Perché gli adulti dovrebbero innanzitutto avere rispetto per la verità.

Possono non servirla ma devono averne rispetto".

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