Cronache

Manduria, caso Stano: i minori chiedono rito abbreviato

Due le vittime della baby gang: Antonio Cosimo Stano di 66 anni, deceduto il 23 aprile scorso e Fiorello Stano di 53 anni che, dopo le aggressioni, ha perso i denti incisivi

Manduria, caso Stano: i minori chiedono rito abbreviato

Hanno chiesto, attraverso i loro legali, di essere giudicati con il rito abbreviato i minori accusati di tortura, lesioni, danneggiamento e violazione di domicilio aggravati ai danni di Antonio Cosimo Stano, il 66enne di Manduria deceduto, dopo diciotto giorni di ricovero nel reparto di rianimazione dell'ospedale Giannuzzi di Manduria, il 23 aprile scorso dopo essere stato preso di mira da una baby gang.

A darne notizia è Vittorio Ricapito sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno". I tredici minori coinvolti hanno tutti un'età compresa tra i 16 e i 17 anni (della baby gang facevano parte anche tre maggiorenni finiti in carcere). Sputi, calci, bestemmie, insulti è quello che l'anziano ha dovuto subire da parte dei giovanissimi, definiti dal procuratore capo della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, "microcriminali organizzati".

Le aggressioni messe in atto dal gruppo erano tutte filmate con uno smartphone e trasmesse on line in due chat di whatsapp denominate la "Comitiva di Orfanelli" e l' "Ultima di Carnali" (tradotto in italiano "l'ultima di Carnevale", facendo riferimento alle aggressioni messe in atto il giorno di martedì grasso). Dagli aggressori Antonio Stano veniva chiamato "il pazzo". Pazzo, però, Antonio non era. Ha lavorato tutta la vita all'Arsenale della Marina Militare di Taranto. Una volta in pensione, nel 2005, gli erano stati diagnosticati alcuni problemi psichici come ansia e depressione. Probabilmente dovuti allo stato di solitudine in cui l'uomo viveva e che, senza l'impegno del lavoro, si erano accentuati. D'altronde è stata proprio la sua solitudine a portarlo alla morte. Antonio non aveva nessun parente vicino e anche i suoi concittadini certo non gli sono stati accanto pur sapendo di essere solo e di essere stato preso di mira da una baby gang. "Non c'è stata alcuna collaborazione da parte della famiglia" aveva dichiarato a maggio scorso Giuseppina Montanaro, il capo della procura dei minori di Taranto, allundendo al ruolo delle famiglie dei giovani coinvolti nella vicenda.

Le aggressioni, ripetute negli anni, sarebbero avvenute sia in casa del pensionato sia all'esterno, per strada, davanti a persone che non intervenivano in difesa del più debole. L'uomo non si recava più nemmeno a fare la spesa. Il 5 aprile scorso, poi, i vicini di casa di Stano hanno allertato la polizia dopo l'ennesima aggressione. Il 66enne aveva paura anche di aprire a porta della sua abitazione agli agenti del commissariato di Manduria, per timore che si trattasse ancora dei suoi aggressori. Una volta in casa, però, i poliziotti si sono resi conto che l'uomo era in condizioni di salute precarie tanto da fare la spesa per portargli a casa del cibo, disponendo un ricovero in ospedale prima del decesso.

Come si legge sempre sulla Gazzetta del Mezzogiorno, tutti gli imputati (sia i minori che i maggiorenni) chiedono il processo che prevede lo sconto di un terzo della pena. L'udienza per i minori inizierà il 24 settembre prossimo. Su di loro pende l'accusa di tortura (articolo 613 bis del codice penale) aggravata, secondo la procura, dal fatto che sul corpo di Stano siano state rinvenute alcune lesioni.

Le scene delle violenze riprese con i telefonini dalla baby gang, sono state definite da chi le ha viste "in stile arancia meccanica". Secondo il procuratore capo Capristo gli aguzzini avrebbero agito per noia. Tra l'altro Antonio Stano non sarebbe stato l'unica vittima della baby gang. Dopo Antonio, c'è stato un nuovo episodio di violenza, vittima un altro 53enne di Manduria, Fiorello Stano (solo omonimo e non parente dell'uomo deceduto qualche mese fa). "Il secondo atto di una storia agghiacciante" lo aveva definito il procuratore capo della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo. I reati contestati anche per le aggressioni a Fiorello sono gravissimi: tortura, lesioni, danneggiamento e violazione di domicilio aggravati. Entrambe le vittime avevano problemi di disabilità. Anche per Fiorello si sono verificate le stesse azioni.

L'uomo veniva chiamato all'esterno della sua abitazione per poi essere colpito con calci e pugni sino a provocargli la caduta dei denti incisivi.

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