Da un'indagine sui bilanci dei Comuni italiani emerge che in un anno gli introiti derivanti dalle contravvenzioni sono saliti, in media, del 15%. Questo spinge gli amministratori locali ad adottare tecniche "fantasiose", o ai limiti della legalità, per fare cassa. Da poco è uscito in libreria un libro che si intitola "Multe? No, grazie!". Scritto a quattro mani da due avvocate, Marisa Marraffino e Anna Acampora (Novecento editore), è una guida completa per districarsi nella giungla delle contravvenzioni stradali, con suggerimenti per comprendere le varie casistiche ed eventualmente presentare ricorso, ove esistano i presupposti. Il libro contiene molti esempi di sentenze a favore del cittadino ed è corredato da utilissimi facsimile per presentare da soli i ricorsi. Insomma, uno strumento necessario per difendersi dalle multe immeritate ed evitare di pagare ingiustamente. Ne abbiamo parlato con una delle autrici, l'avvocato Marraffino.
Come nasce questo libro-manuale di sopravvivenza per gli automobilisti?
L'idea è nata l'anno scorso con l'entrata in vigore della legge 98/2013 che ha introdotto la riduzione del 30% per le multe pagate entro i cinque giorni dalla notifica del verbale. Una norma, celebrata come una conquista per gli utenti della strada, che in realtà a mio parere rappresenta una palese violazione del loro diritto di difesa. In 5 giorni - per una persona che non sia un addetto ai lavori - è praticamente impossibile rendersi conto se il verbale presenta dei vizi di legittimità oppure no. E' una norma che a mio giudizio potrebbe essere addirittura incostituzionale, se si cosidera che il pagamento in forma ridotta preclude un eventuale ricorso e quindi l'esercizio del diritto di difesa costituzionalmente garantito.
A chi dovesse pensare... “ecco un manuale scritto appositamente per fregare o Stato, tra mille consigli e piccoli trucchi per evitare di pagare quanto dovuto...”, cosa si sentirebbe di rispondere?
Tutto il “sistema multe” è palesemente sbilanciato a favore della pubblica amministrazione. Soltanto per introdurre il ricorso davanti al Giudice di pace il cittadino deve anticipare 43 euro per il contributo unificato, somma che spesso è superiore alla multa da pagare. Dopodiché deve scrivere il ricorso e presentarsi obbigatoriamente almeno alla prima udienza, altrimenti la multa viene automaticamente confermata. E' evidente che tutto gioca a sfavore del cittadino, in modo che sia incentivato a pagare le multe e non a contestarle. Quando, però, chi riceve un verbale sa di avere ragione, alla fine della causa può chiedere al Giudice di pace il rimborso delle spese sostenute. Per questo è fondamentale acquisire consapevolezza dei propri diritti, in modo da presentare ricorso solo quando si è abbastanza sicuri del suo accoglimento.
Ci può indicare un caso “clamoroso” di contravvenzione ingiusta che ha avuto modo di trattare o di prendere in considerazione come caso di studio?
Ci sono stati tanti casi di nullità evidenti. Quest'anno ci è capitato il caso di un intero Comune in provincia di Varese in cui su un tratto di strada era stato posizionato un rilevatore mobile di velocità. I verbali erano lacunosi, la segnaletica assente (a volte nascosta tra le piante) o addirittura non a norma. Abbiamo fatto intervenire anche il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha fatto sostituire alcuni segnali, oltre alla Procura della Repubblica. Il Giudice di pace alla fine ha accolto i ricorsi. Pensi che i ricorsi (oltre 100) erano tutti identici, cambiavano soltanto i dati degli intestatari, ma non sono stati riuniti. Così abbiamo dovuto difendere gratuitamente tutti i cittadini (3 o 4 udienze a ricorso) con udienze quasi tutte in giorni diversi. Allora si è aperta una specie di “gara di solidarietà” tra colleghi del posto, che mi hanno sostituita alle udienze a titolo gratuito proprio per garantire il diritto di difesa degli utenti della strada, che altrimenti sarebbe stato del tutto vanificato. Sono battaglie di principio, che purtroppo non sempre possiamo permetterci di fare.
Crede che in Italia gli automobilisti siano più tartassati che all'estero?
Negli Stati Uniti, ad esempio, per eccesso di velocità si può finire in galera... No, non credo che in Italia siano più tartassati che all'estero. Anzi, da noi esistono norme molto rigide ad esempio sulla segnalazione e presegnalazione degli autovelox che all'estero non ci sono. Però, visto che queste norme sono vincolanti, devono essere rispettate da tutti, sia dagli utenti della strada sia dagli agenti che redigono i verbali. Tutto qui. Quello che a mio parere è sbagliato è il pagamento del contributo unificato così alto per iniziare un ricorso. Credo che sia l'unico caso nel mondo in cui il valore della causa spesso è inferiore al contributo che si chiede per iniziarla. Le opposizioni ai verbali dovrebbero essere fatte senza formalità, sfruttando le potenzialità del web. Si dovrebbe consentire ai cittadini di inviare i ricorsi via mail, gratuitamente, visto l'importo spesso molto basso delle sanzioni. Si parla di processo civile telematico, ma credo che la strada da percorrere sia ancora molto lunga.
Nel libro ci sono consigli e moduli precompilati per presentare ricorso. L'invito, dunque, è quello di diventare avvocati di se stessi. Lei e l'altra autrice, Anna Acampora, siete entrambe avvocati. Scrivete un libro per un eccesso di bontà/altruismo che implicitamente va a danneggiare la vostra categoria o... c'è qualche altra ragione tecnica (costi per le spese legali, ecc.)?
No, è esattamente il contrario. Abbiamo scritto questo libro perché ci siamo accorte che non potremmo più patrocinare cause come quella di cui le ho parlato prima. Purtroppo non sempre un avvocato può lavorare gratis, così spesso siamo noi stessi a consigliare al cliente di pagare una multa quando il tempo e i costi del ricorso sarebbero sicuramente superiori agli eventuali vantaggi. E questo non è giusto. Tutti dovrebbero avere il diritto di difesa, sempre. Avevamo dei modellini in studio relativi a cause discusse negli anni e le giravamo gratuitamente ai clienti che ce le chiedevano. Da qui l'idea di scrivere un libro aggiornato che li raccogliesse tutti.
A chi consiglia questo libro. E a chi, invece, pensa di sconsigliarlo?
Lo consiglio a chiunque voglia saperne di più sulle infrazioni al codice della strada e soprattutto su come difendersi e cosa rispondere a un agente che gli contesta un'infrazione. Il libro suggerisce anche alcune “strategie di difesa”. Non firmare il verbale, ad esempio, serve a poco. Quello che conta è far verbalizzare gli elementi a nostro favore. Può essere utile anche per chi teme l'etilometro. Oltre a non bere quando si guida, ovviamente, il libro consiglia cosa verificare nei verbali, spiega il funzionamento dell'alcoltest e fa il punto sulla giurisprudenza più recente.
Non si tratta di “trucchi” per evitare le sanzioni, ma di norme che tutti dovrebbero conoscere. Può essere utile anche per gli avvocati che possono usare i modellini per girarli ai clienti in caso di necessità. Non lo consiglierei a chi sa già tutto o ha tempo e voglia di fare un ricorso da solo, senza aiuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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