Cronache

Marco De Benedetti non paga. E la procura gli pignora lo yacht

Dopo aver comprato lo yacht da Briatore, De Benedetti jr lo ha fatto restaurare. Ma non ha mai pagato i 615mila euro che deve a chi gli ha fatto i lavori

Marco De Benedetti non paga. E la procura gli pignora lo yacht

È stato pignorato lo yacht di Marco De Benedetti. Come scrive la Verità, il figlio di Carlo che dal giugno 2017 presiede la Gedi, il gruppo editoriale che controlla La Repubblica, La Stampa e altri giornali, non pagava il restyling. All'appello mancano la bellezza di 615mila euro che dovevano essere versati alla Nca per i lavori di manutenzione fatti l'anno scorso.

Nuova bufera giudiziaria a casa De Benedetti. Ad avere una grana con i giudici, questa volta è il figlio dell'Ingegnere. Il pignoramento del Sirahmy, un elegante 43 metri bianco che batte bandiera britannica, è stato ordinato dal tribunale di Massa su richiesta dei Nuovi cantieri Apuania (Nca) di Marina di Carrara. Adesso la barca, che è ormeggiata a un molo del porto, non può essere assolutamente toccata dal proprietario. E, se entro il 2 giugno la Nca non riceverà il saldo dei 615mila euro, potrebbe anche finire all'asta in modo da far recuperare la somma alla società che lo scorso inverno ha eseguito i lavori di manutenzione.

Quando nel 2004 ha comprato lo yacht da Flavio Briatore, Marco De Benedetti ha fatto fare un importante restyling all'imbarcazione, a partire dal nome (da Lady in Blue a Sirahmy). Secondo quanto assicurano fonti vicine ai De Benedetti sentite dalla Verità, il figlio dell'Ingegnere starebbe già negoziando con la Nca. "Il contenzioso, che riguarda i tempi di consegna - garantiscono - è in via di risoluzione".

"Lo yacht - fa sapere Tommaso Bertuccelli, l'avvocato di Nca - è sotto sequestro da metà aprile quando, in assenza dei pagamenti dei lavori, il cantiere si è cautelato ottenendone il sequestro".

Poi, il 29 aprile, su richiesta di Nca, il tribunale "ha emesso un decreto ingiuntivo esecutivo per la stessa somma dei lavori di restauro da versare ai cantieri, anche valutando che il comandante dello yacht ha firmato carte che attestano le vari lavorazioni fatte a bordo".

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